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Colella: «entusiasti di ospitare eventi che mettono in luce le potenzialità della nostra regione» Reggio
Nel pomeriggio di sabato 18 dicembre, gli Insegnanti di Religione della diocesi si sono ritrovati per il tradizionale incontro natalizio di spiritualità.
Nel rigoroso rispetto delle norme anticovid, sono stati ospiti presso la parrocchia di Santa Maria del Divino Soccorso. Gli insegnanti di religione hanno celebrato il tempo dell’Avvento con un momento di Adorazione Eucaristica, sottolineando con la preghiera e il canto la peculiarità di questo periodo e meditando sulla capacità di vivere pienamente e consapevolmente l’attesa, l’arrivo e l’accoglienza di Dio che si fa uomo e porta con sé una proposta esistenziale impegnativa ma capace di dare significato alla vita.
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E’ stata un’esperienza molto intensa. Di arricchimento spirituale, emotivo e relazionale. Di condivisione e confronto per rinnovare e accrescere, individualmente e comunitariamente, le ragioni di una scelta di vita e di fede, oltre che professionale.
Hanno partecipato al ritiro anche il Direttore, professoressa Annarita Ferrato, ed alcuni docenti dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, in rappresentanza delle nuove generazioni di insegnanti di religione che si formano presso l’Istituto. La loro presenza è stata una testimonianza concreta del progetto di collaborazione interistituzionale tra l’Ufficio IRC e l’ISSR. Collaborazione che si sta delineando con l'intento di avviare una stagione di rinnovamento del servizio d’insegnamento della religione. Un servizio da rendere sempre più efficace e rispondente alle esigenze del territorio e della comunità diocesana.
L’incontro è stato guidato da Don Pietro Sergi, Direttore dell’Ufficio IRC. Ha delineato la vocazione dell’insegnante di religione come educatore. Commentando degli spunti molto significativi della Lettera Apostolica “Patris corde” di Papa Francesco, dedicata alla figura di San Giuseppe.
La riflessione di Don Sergi è stata molto coinvolgente e ha voluto ribadire gli aspetti che caratterizzano l’identità e l’azione degli Idr accostandoli alla figura genitoriale di Giuseppe che, apparentemente accessoria, è invece determinante per costituire il quadro familiare intorno a Gesù.
Giuseppe interpreta la paternità con attitudini che trascendono il legame biologico e il senso di possesso, in un processo generativo ed educativo che scaturisce dall’amore che accoglie integralmente e tutela il figlio che gli è stato affidato.
Molto efficace e di grande motivazione per gli insegnanti di religione è essere investiti di un carisma e di una responsabilità analoghi; riconoscersi in una genitorialità integrativa che sostiene e completa quella naturale.
Come Giuseppe, padre presente e attento, riflesso di Dio Padre, i docenti sono chiamati a curare i loro alunni. Prepararli alla vita con lo stile discreto di chi ha volutamente un ruolo decentrato ma non per questo meno necessario ed efficace.
Sensibilità, coraggio, perseveranza. Devono essere segni distintivi del docente che esercita il suo ruolo formativo con l’obiettivo di accompagnare i propri alunni in un percorso di crescita umana oltre che culturale. Ciò nel rispetto della loro autonomia e la loro libertà. Valorizzando l’originalità di ciascuno, illuminando la fragilità e la diversità con la luce del valore, che identifica e non sminuisce né aliena dalla vita e dalle relazioni.
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Un ulteriore aspetto di similitudine vede l’Insegnante di religione radicato nella sua contemporaneità. Per cogliere l’interazione del contesto socio-culturale con i bisogni, le attese, le prerogative dei giovani. Offrire loro risposte, ma anche chiavi di lettura, ascolto, orientamento. Ciò vale con urgenza per il mondo di oggi che, con le sue numerose criticità, è un teatro molto difficile in cui trovare un proprio ruolo.
E’ per questo che i docenti si sono salutati con l’augurio di saper pronunciare sempre per i loro alunni “parole di luce” che evochino nella loro vita un Dio che chiede di incontrarli e di camminare al loro fianco.
Gli insegnanti di religione augurano a tutti un Natale intenso di fede e speranza, con i versi di una poesia che contiene, già nel titolo, il desiderio profondo di perpetuare nella quotidianità il momento magico dell’incontro con Dio.
Lo splendore di una stella cometa
in un attimo eterno
tagliò il buio
di una notte qualunque
per guidare i nostri passi
lungo un cammino senza tempo
in un tempo senza dove
Il cielo si illuminò di parole
con un’eco infinita
parole di grazia
di fede e di amore
di attesa e speranza
di un mondo migliore
in cui ogni notte
c’è una stella cometa
Che illumina
i labirinti del tempo
per le anime perse
e i cuori distorti
Che riempie i cieli
di meravigliosi ricami
con il filo prezioso
dei sogni infiniti
Che costruisce ponti
con la sua scia d’argento
per avvicinare
le straniere genti
Che si fonde con il buio
e tutto si arrende
dissolvendo gli opposti
che dall’uomo sono imposti
Ogni notte la stella
compie un’incantata magia
e ognuno si ritrova in tasca
la voglia di comprendere
della vita il mistero e la poesia
svelati
da un bimbo in una culla
da un uomo su una croce.
*docente di religione del Liceo Scientifico “L. da Vinci”
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