Da molto tempo in Italia la SINPIA (Società di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) ha messo in evidenza l’emergenza salute mentale infanzia e adolescenza. Questa emergenza si è ancor più acuita nel corso dell’ultimo anno (epidemia Covid) perché, per esempio, è stato rilevato un aumento del 30% dei ricoveri ospedalieri di minori con disturbi neuropsichici.
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Ma è da più di 10 anni che, in tutta Italia, si vive una situazione drammatica, sia per le famiglie che per gli operatori, perché, a fronte di un raddoppio del numero di bambini e ragazzi seguiti da servizi di NPIA, non si è provveduto ad un adeguamento strutturale e organizzativo dei servizi stessi, con conseguenze molto negative per gli utenti perché non sempre è possibile garantire risposte adeguate ai loro bisogni di salute.
Se questo è un riferimento al quadro generale della situazione italiana, la realtà calabrese, e in particolare quella della provincia di Reggio Calabria, è segnata dalla presenza di maggiori difficoltà e criticità perché il nostro Servizio Sanitario Regionale è meno efficiente ed efficace rispetto a quelli del resto del Paese, e non riesce a garantire equità e soddisfazione a gran parte dei bisogni degli utenti (non sono garantiti i Lea – Livelli essenziali di Assistenza).
In mancanza di un sistema informativo regionale i dati, che ora si evidenziano per la Provincia di Reggio Calabria, sono estrapolati dalle medie dei dati nazionali riportati dalla SINPIA. Nella provincia di Reggio Calabria vivono circa 95.000 minori (età 0-17 anni); il 20% (circa 19.000 minori) presenta un disturbo neuropsichico; il 30% dei minori con disturbo neuropsichico (circa 5.700) riesce ad accedere ad un servizio di NPIA; e solo il 15% (circa 2850 minori) riesce ad avere risposte terapeutico-riabilitative appropriate; i ricoveri in ospedale dei minori con disturbo neuropsichico (presumibilmente circa 100) non sono stati appropriati perché, nella provincia di Reggio Calabria, non esistono reparti ospedalieri di Npia.
Se si entra ancora di più nello specifico delle problematiche che caratterizzano la nostra realtà dobbiamo sottolineare altri aspetti: in Calabria non esistono le Unità Operative Complesse Ospedaliere di Npia ed è evidente che la “migrazione sanitaria” presso i “Centri di 3° livello di Npia”, in genere del centro-nord Italia, è altissima sia per ottenere una diagnosi (per esempio di Autismo, di malattie neuromuscolari, …) che per ricevere le terapie del caso (per esempio interventi chirurgici ortopedici negli esiti di Paralisi Cerebrali Infantili o neurochirurgici, …).
I servizi di Npia territoriali sono sottostimati per numero e per personale: questo comporta, in particolare, che i minori con disturbi delle funzioni affettive e sociali o con disturbi postraumatici o di adattamento, sono seguiti per un numero molto esiguo dal servizio pubblico e molti sono costretti a rivolgersi ai servizi privati, pagando così costi molto elevati.
I servizi riabilitativi, e in particolare i centri di riabilitazione estensiva ambulatoriale, sono distribuiti in modo disomogeneo nel territorio reggino e la loro offerta è carente rispetto al fabbisogno (specialmente nell’area della Locride). La situazione è grave perché circa 1000 bambini sono in lista d’attesa, spesso per 24/36 mesi, e ciò rende vano ogni discorso sull’appropriatezza degli interventi essendo la precocità della presa in carico il fattore più importante per garantire l’efficacia e la qualità degli interventi riabilitativi.