Avvenire di Calabria

Il dato emerge nella prima relazione annuale del Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli

Sanità in Calabria, la rinuncia alle cure è la principale emergenza

Intanto l'Asp di Reggio Calabria corre ai ripari: per smaltire le liste di attesa strutture sanitarie e ospedaliere aperte alle visite specialistiche anche nel weekend

di Francesco Chindemi

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La rinuncia alle cure in Calabria rappresenta il problema più importante in ambito sanitario ed è dovuta alle lunghe liste d’attesa per effettuare visite specialistiche o indagini diagnostiche o alle difficoltà economiche per l’accesso ai servizi dei privati. È uno dei dati più rilevanti che emergono dalla prima relazione annuale del Garante della Salute, presentata nei giorni scorsi.

Negli ultimi tre anni aumentato il numero di pazienti che non ha effettuato visite diagnostiche

Gli anni della pandemia hanno contribuito a far lievitare i numeri delle persone che hanno rinunciato a visite specialistiche e cure. Il dato è confermato anche dall'Istat, secondo cui, negli ultimi tre anni, si è passati dal 42,3% di utenti che ha effettuato visite specialistiche nel 2019 al 38,8% nel 2022. Così come per accertamenti diagnostici, si è passati dal 35,7% al 32,0%. E nel Mezzogiorno quest’ultima riduzione raggiunge i 5 punti percentuali.


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La flessione ha riguardato tutte le fasce d’età, ma è maggiore in quella degli anziani, con riduzioni di sei punti per le donne e anche tra i minori che ricorrono a visite specialistiche o tra le donne adulte per gli accertamenti.

Rispetto al 2019 è inoltre aumentata la quota di persone che dichiara di avere pagato a sue spese sia visite specialistiche, dal 37% al 41,8% nel 2022, che accertamenti diagnostici, dal 23% al 27,6% nel 2022.

Le cause della rinuncia alle cure in Calabria

La rinuncia alle cure, in Calabria in particolare, rappresenta dunque un problema importante, a causa delle lunghe liste d’attesa e di difficoltà economiche. Ed è quanto raccolto anche nel corso dell'attività svolta nell'ultimo anno dal primo Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli.

Per quanto attiene questa prima tipologia di segnalazioni, le più ricorrenti - si legge nel suo primo report - hanno riguardato: «Lunghi tempi di attesa per prime visite specialistiche; lunghi tempi di attesa per visite specialistiche di controllo; lunghi tempi di attesa per prestazioni diagnostiche e per interventi chirurgici. Tempi di attesa elevati anche per la riabilitazione, per i ricoveri e per le cure e l’assistenza domiciliari».

Dalle segnalazioni raccolte, risulta poi che i cittadini «hanno inoltre lamentato difficoltà nei servizi di accesso e prenotazione, difficoltà a contattare il CUP, impossibilità a prenotare per liste d’attesa chiuse, ricorrendo di sovente all’intramoenia per impossibilità ad accedere alla prestazione tramite Sistema sanitario regionale».


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Tra le principali prestazioni con lunghi tempi di attesa per accedervi, sono state segnalate difficoltà per Tac; Risonanza Magnetica; Mammografia; Ecografia; Visita dermatologica; Visita urologica; Visita diabetologica; Visita oculistica; Visita oncologica; Intervento cardiologico.

Le altre criticità segnalate dai cittadini

Tra le principali carenze segnalate, molte riguardano l’accesso alle strutture sanitarie, così come le criticità logistiche negli ospedali: barriere architettoniche, mancanza di posti letto. Inoltre tempi di attesa molto lunghi per prenotazioni e erogazione di esami e prestazioni.


PER APPROFONDIRE: Relazione del Garante della Salute, colmata una lacuna di 14 anni


Le criticità raccolte riguardano poi i Pronto soccorso, le carenze della rete territoriale di base. Numerose, inoltre, sono state le segnalazioni nel comparto della Salute mentale: da carenze strutturali e organizzative alla mancanza di figure sanitarie, fino alla scarsa qualità dell’assistenza. Discorso simile anche per la mobilità sanitaria passiva verso altre regioni, la chiusura di postazioni di guardia medica per carenza di camici bianchi, la scarsa offerta sanitaria nel trattamento e nella gestione delle malattie rare o dei pazienti oncologici.

Il cambio di passo, arrivano i primi segnali

Il recupero delle liste d'attesa sembra essere una delle priorità da perseguire, a livello territoriale, per facilitare l'accesso alle cure per i cittadini calabresi.

È proprio in questa direzione che si è mossa l'Asp di Reggio Calabria, aprendo lo scorso weekend in propri presidi sanitari e ospedalieri per visite specialistiche, diagnostiche e per interventi chirurgici programmati.

L’iniziativa, ha fatto sapere attraverso una nota la direzione generale dell'Azienda sanitaria provinciale, «è inserita in un percorso di recupero delle Liste di Attesa e di agevolazione all’accesso alle prestazioni, sia in termini di abbreviazione dei tempi che di ottimizzazione dell’erogazione dei servizi».

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