Avvenire di Calabria

Il magistrato antimafia, ormai ex Procuratore generale di Reggio Calabria, guiderà il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria

Scarcerazione mafiosi, inizia il lavoro al Dap per Petralia

Redazione Web

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Cambio della guardia alla direzione del Dap, dopo le polemiche sulle scarcerazioni di mafiosi, che hanno indotto il direttore del Dipartimento, Francesco Basentini, a dare le dimissioni. Ieri il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha chiamato al suo posto il procuratore generale di Reggio Calabria Dino Petralia, magistrato in prima linea nella lotta alle cosche. Le dimissioni di Basentini sono state formalizzate ieri, nel giorno dell’inse- diamento come vice di Roberto Tartaglia, nominato nei giorni scorsi (e già collaboratore di Petralia a Palermo). E subito arriva un segnale della volontà di evitare nuove scarcerazioni di boss della criminalità organizzata. Una circolare diramata ieri sera a tutti gli istituti penitenziari invita, infatti, i direttori a comunicare immediatamente al dipartimento le istanze presentate dai detenuti sottoposti al regime '41 bis' o appartenenti al circuito di alta sicurezza.

La scelta di un nome di peso nella lotta alla mafia trova ampia soddisfazione tra le forze politiche che avevano chiesto una scelta di alto profilo. Ma non sopisce i malumori dell’opposizione, che ha messo nel mirino lo stesso Guardasigilli, chiedendo anche a lui di lasciare. In attesa che il Csm risponda alla richiesta di collocare fuori ruolo Petralia, Bonafede lo definisce «un magistrato che ha speso la sua vita per la giustizia e la lotta alla mafia». E vari esponenti del M5s, a partire dal capo politico Vito Crimi, sqostengono la scelta del loro ministro. Di «ottima notizia » parla anche l’ex collega e oggi senatore di Leu Piero Grasso. Il centrodestra invece continua nella polemica con Bonafede e il governo, accusato da Giorgia Meloni (Fdi) di volere «porre riparo al danno delle scarcerazioni con la burocrazia». Un esecutivo «senza strategia» e che asseconderebbe la «matrice forcaiola e manettara» di Pd e M5s, incalza Enrico Costa (Fi).

Al momento di comunicare al ministro le sue dimissioni l’ormai ex capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha definito le polemiche seguite alle scarcerazioni (non per effetto del “Cura Italia”, ma delle norma già esistenti aveva subito chiarito in un caso il tribunale di Milano) «strumentali e totalmente infondate », ma che «fanno male al Dipartimento ». Per l’associazione “Nessuno tocchi Caino” Basentini pagherebbe tuttavia una «linea sempre più sguaiata e compulsiva» che per combattere la mafia metterebbe in secondo piano diritti costituzionali come quello alla salute. Secondo +Europa il dossier carceri è stato gestito dal governo «scandalosamente».

I nuovi vertici del Dap dovranno anche affrontare il problema della scadenza, il 18 maggio, delle misure per contenere il contagio. Alcune, come la sospensione delle visite dei familiari, sono state all’origine della rivolta del 9 marzo. Ma sinora hanno permesso di contenere la diffusione del virus (159 i detenuti e 215 i poliziotti penitenziari contagiati, i dati del Garante per i detenuti).

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