Avvenire di Calabria

Nata a Montagnareale il 13 febbraio del 1937, ha vissuto tutta la sua vita terrena a servizio della Chiesa e dei sacerdoti

Suor Vittoria Maria Sidoti è tornata alla casa del Padre

Religiosa della Congregazione delle Figlie di Maria Corredentrice, fu una delle prime consorelle a condividere il progetto religioso

di Antonio Cannizzaro

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Suor Vittoria Maria Sidoti è tornata alla casa del Padre. Religiosa della Congregazione delle Figlie di Maria Corredentrice, fu una delle prime consorelle a condividere il progetto religioso ideato dal fondatore, padre Dante Forno e dalla fondatrice suor Maria Salemi.

Il ricordo di suor Vittoria Maria Sidoti

Nata a Montagnareale il 13 febbraio del 1937, ha vissuto tutta la sua vita a servizio della Chiesa e dei sacerdoti. Nella prima casa di Catania, Maria aveva il compito di dedicarsi al cucito e alla portineria. Suor Iole La Monica, attuale Vicaria della Congregazione, allora giovane novizia, cosi la ricorda: "La prima volta che ho visto suor Maria, ho avuto una bella impressione, aveva un aspetto concentrato, riflessivo e raccolto". A Reggio svolse il compito di portineria e assistenza ai bambini.


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Nel 1972 fu trasferita a Roma in una casa di accoglienza di pellegrini che ospitava anche sacerdoti. Era cordiale con tutti e si distingueva per la sua semplicità e spirito di sacrificio. Monsignor Umberto Dionisi, fondatore della casa di ospitalità diceva che suor Maria era come un bicchiere di acqua fresca. Comunicava gioia e allegria a chiunque incontrava.

Nel 1977 tornò a Reggio, questa volta fu incaricata con la consorella Nina Giando a curare la persona dell’arcivescovo del tempo, monsignor Aurelio Sorrentino. Si interessava degli ambienti dell’episcopio con scrupolosa precisione. Rimase assieme a suor Nina anche con Mons. Vittorio Mondello per tutto il tempo del governo pastorale di quest’ultimo.

In episcopio svolgeva i suoi vari incarichi con dedizione materna, creava attorno al vescovo un clima sereno e di famiglia, accoglieva i sacerdoti che incontrava in episcopio e a tutti sapeva dare una parola buona e affettuosa. I sacerdoti della diocesi la conoscevano e la stimavano come religiosa e donna di fede.”. Aveva una profonda capacità di empatia, soffriva per le sofferenze degli altri e si immedesimava nei problemi di tutti.

Amava molto la natura e in particolare i fiori, in cappella non dovevano mai mancare, erano segno di amore per il Signore presente nel sacramento dell’altare. Suor Maria era una religiosa semplice, pregava molto e aveva un animo puro, sembrava senza malizia, si fidava di tutti e non pensava male di alcuno.


PER APPROFONDIRE: Diocesi Reggio, tavola rotonda sulla figura di suor Maria Salemi


L'amicizia con suor Maria Salemi

Il suo atteggiamento interiore era quello di una innamorata del Signore, felice di essere religiosa e gioiosa nel testimoniare la sua vocazione. Era molto legata ai fondatori, aveva una venerazione profonda per padre Forno, spesso ne citava i detti e gli insegnamenti. Ma aveva un amore grandissimo di figlia spirituale verso la fondatrice, suor Maria Salemi.

A lei spesso si riferiva nel suo cammino spirituale. Suor Maria è stata una religiosa vera, autentica che ha saputo testimoniare l’amore per i sacerdoti nel suo donarsi e servire, senza risparmiarsi mai, sempre con la gioia nel cuore di chi si sente amata dal Signore e dalla Chiesa.

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