Avvenire di Calabria

Fuggiti dalla guerra, in riva allo stretto ricongiunti ai nonni che risiedono da anni in Italia

Ucraina. 4 bambini in fuga accolti dalla scuola a Villa San Giovanni

L'iniziativa dell'Istituto comprensivo Giovanni XXIII condivisa dall'intera comunità scolastica e cittadina

di Redazione Web

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L'Istituto comprensivo Giovanni XXIII di Villa San Giovanni ha accolto 4 bambini in fuga dalla guerra in Ucraina. Sono giunti in città ricongiungendosi alla nonna che da anni vive nella cittadina tirrenica.


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Hanno impresso nello sguardo il dramma della guerra che ha interrotto violentemente i legami con tutto ciò che rappresentava il loro mondo, tutta la loro vita: la casa, la scuola, gli amici, gli affetti più cari. I loro papà sono, infatti, rimasti in Ucraina come soldati e volontari.


Sono stati accompagnati a scuola da una cittadina villese: “Facciamo il possibile per offrire sostegno e restituire un po' di normalità a questi bambini” così si esprime la volontaria con il Dirigente scolastico, Teresa Marino, che ha prontamente attivato gli uffici di segreteria, i docenti, i compagni.
Con grande emozione i ragazzi ed i bambini della scuola secondaria e della scuola primaria hanno accolto i loro nuovi compagni, sperimentandosi subito nella mediazione linguistica dal momento che le scuole sono frequentate anche da figli di immigrati ucraini.

Ucraina, la solidarietà della scuola di Villa San Giovanni


“Il Ministero - afferma la Dirigente Marino - aveva inviato la scorsa settimana una nota alle scuole con le prime indicazioni, stanziano un milione di euro per garantire il diritto allo studio, supporto psicologico, mediatori culturali”.


“Il Covid ci insegna – ancora la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Giovanni XXIII - che senza supporti non è possibile sostenere un’emergenza, ma anche senza un progetto pedagogico condiviso ed azioni che coinvolgano la Comunità. I bambini e le famiglie che accogliamo sono profughi che vivono in prima persona il dolore della guerra e che desiderano tornare nella loro patria”.


PER APPROFONDIRE: 8 marzo. Il “tweet” del Papa per mamme e bimbi in fuga dalle guerre



“Con gli insegnanti – conclude Marino – abbiamo già iniziato a pensare un nuovo approccio pedagogico e didattico da sperimentare che non trascuri questa drammatica realtà. In questa primissima fase abbiamo, però, lasciato agire il cuore accogliente dei docenti, dei ragazzi e delle famiglie perché ogni possibile strategia d'intervento sia ispirata dalla fratellanza e dalla solidarietà"

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