Avvenire di Calabria

Protagonisti non sono adulti o consacrati ma giovani di diverse provenienze che commentano il Vangelo. Don Poletti: «La loro voce fresca e aderente alla realtà può dare risposte ai coetanei»

Un podcast al giorno, la Parola si ascolta su Spotify

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Un brano del Vangelo, una riflessione, una preghiera. Non di persona, perché da un anno non si può più, e allora il cammino della Quaresima dei giovani della diocesi di Bergamo passa da un percorso innovativo, al passo con i tempi. Un podcast distillato in 47 puntate: è questo lo strumento scelto per tenere stretta la rete del contatto e della riflessione, con la prima puntata lanciata nel mercoledì delle Ceneri. «È la continuazione di un progetto nato per l’Avvento – spiega don Emanuele Poletti, direttore dell’Ufficio per la pastorale dell’età evolutiva della diocesi di Bergamo –. In generale eravamo abituati a offrire strumenti cartacei. In questo tempo, obbligati al distanziamento sociale, abbiamo pensato e sperimentato altre modalità, e quella del podcast è la più effica- ce. Già nell’Avvento raggiungevamo ogni giorno 500-600 ascoltatori, abbiamo pensato di riproporlo».

Ogni puntata è una 'pillola',la definisce don Poletti, articolata su una trama snella eppure profonda: in cinque- sette minuti di media, quotidianamente il podcast – disponibile tramite le piattaforme più diffuse, da Spotify a Google Podcast e Apple Podcast – si apre con una breve introduzione e l’invito a mettersi in ascolto di un branodel Vangelo, a cui segue la riflessione dei giovani; a conclusione, alcune strofe del Salmo del giorno. «È un podcast fatto dai giovani per i giovani – aggiunge don Poletti –. Abbiamo coinvolto ottogiovani di diverse realtà ecclesiali, dalle parrocchie alle associazioni. Dalla loro voce emergono commenti belli, freschi, adesi alla realtà». Al centro c’è la Parola: «In un tempo di molte parole come quello che stiamo vivendo – rimarca il direttore dell’ufficio diocesano –, la Parola con la P maiuscola, quella di Dio, ci sembra la più capace di sollevare le questioni di senso. Le domande più profonde: che senso ha la vita? Che cosa ci dicono la morte, la sofferenza, la fragilità che la pandemia ci fa toccare? Il secondo fuoco di questo percorso è appunto la centralità dei giovani. La Parola quotidiana del Vangelo è commentata non da adulti o consacrati, ma dai giovani. Il loro punto di vista e le loro esperienze ci permettono di condividere l’attualità della Parola e ci consentono di dare risposta alle domande dei coetanei».

I nuovi sentieri intrapresi forzatamente per la pandemia si possono così rivelare un riflesso positivo dell’emergenza: «Nel tempo queste proposte si potrebbero evolvere, proponendo iniziative su altri temi – conclude don Poletti –. Sono canali con belle potenzialità».

* Avvenire

Articoli Correlati