Oggi è San Bruno, l’eremita che amò la Calabria
Il monaco-professore riuscì a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un eremo in Calabria dove ora sorge la Certosa di Serra San Bruno. Papa Ratzinger, nel 2011, visitò la sua certosa.
La Certosa di Serra San Bruno ha caratterizzato nel tempo la propria presenza sul territorio calabrese soprattutto, in coerenza con le specifiche caratteristiche dell’Ordine, tramite la propria testimonianza spirituale, che, avviata sul finire dell’XI secolo dal fondatore San Bruno di Colonia, ormai da oltre nove secoli costituisce un imprescindibile punto di riferimento per le popolazioni della Calabria. Il monastero, fin dalle sue origini, ha sempre adempiuto anche ad una funzione di carattere culturale: tra gli altri aspetti, la dotazione libraria e archivistica ne fanno un unicum per l’interoterritorio regionale. Vista la clausura che regola l’organizzazione monastica, la Certosa ha realizzato nel 1993 un Museo gestito direttamente dal monastero, al fine di garantire una diffusione e una conoscenza ottimale da parte di un largo pubblico di visitatori della spiritualità e della cultura dei figli di San Bruno. L’esposizione permanente si propone di comunicare l’esperienza spirituale e le connotazioni storiche della tradizione monastica certosina.
Il monaco-professore riuscì a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un eremo in Calabria dove ora sorge la Certosa di Serra San Bruno. Papa Ratzinger, nel 2011, visitò la sua certosa.
Al via il restauro della Varia settecentesca del busto di San Bruno, entrambi custoditi nel museo della Certosa di Serra. L’intervento è finanziato da un istituto di credito nazionale.
Le meditazioni sono state dettate dal vice Priore della Certosa, Ignazio Jannizzotto. Nel cuore spirituale della regione, dove San Bruno stette in contatto con Dio, i vescovi hanno pregato e si sono confrontati fraternamente, gustando la pace e il silenzio del luogo santo.
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