Giornata di digiuno e preghiera per la pace, la Chiesa reggina accoglie l’invito del Papa
Anche l’arcidiocesi di fondazione paolina ha accolto l’appello di papa Francesco.
Mentre andiamo in stampa Papa Francesco sta incontrando a Cuba il Patriarca di Mosca, Kirill prima di recarsi in Messico per un viaggio altrettanto importante e significativo. Un evento certamente storico, “un segno di speranza per tutti gli uomini di buona volontà” come dicono in una nota congiunta il Patriarcato di Mosca e la Santa Sede che invitato a “pregare con fervore affinché Dio benedica questo incontro, che possa produrre buoni frutti”.
Non era mai successo, dallo scisma del 1054, un incontro tra il Papa e un capo della Chiesa ortodossa russa e la tappa in territorio “
neutro” - due ore di colloquio a tu per tu e la firma di una dichiarazione congiunta all’aeroporto “José Marti” della
capitale cubana - segna un epocale riavvicinamento dopo secoli
di distanze che sembravano incolmabili.
Ci avevano provato, senza successo, già i predecessori di Papa Bergoglio: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Quest’ultimo è rimasto “molto contento” dello
storico incontro ha detto ai giornalisti mons. Georg Gänswein, segretario di Benedetto XVI nonché prefetto della Casa
Pontificia, a margine della presentazione del volume “Benedetto XVI. Un papa totale” (edizioni Tau) di Marco Mancini.
Il segretario particolare del papa emerito ha ricordato l’amicizia tra l’allora cardinale Ratzinger e Kirill con il quale Benedetto XVI ebbe
un incontro quando ancora non era patriarca.
L’incontro sarà un punto di partenza, che potrebbe aprire la strada a
nuovi storici passi come un avvicinamento tra la Chiesa di Roma e quella ortodossa e un probabile viaggio a Mosca del pontefice.
Dopo Cuba il viaggio del Papa proseguirà in Messico, un viaggio importante con la gente e in mezzo alla gente, lontano da ogni tipo di clamore diplomatico, come ha spiegato p. Lombardi. Programma molto intenso che vedrà il pontefice visitare a Città del Messico, l’ospedale Pediatrico Federico Gomez fermandosi con ognuno dei piccoli pazienti, un momento di raccoglimento privato davanti alla Vergine di Guadalupe, dopo la Messa che si terrà la sera del 13 febbraio, in Chiapas, a San Cristobal de Las Casas di cui fu primo vescovo il missionario domenicano Bartolomé de Las Casas, dove dirà messa e consegnerà il decreto che permetterà l’uso di due lingue indigene per la celebrazione della Messa, lingue che saranno utilizzate anche in alcune parti di quella stessa celebrazione; i giovani a Morelia e, poi, a Ciudad Juarez, al Nord del Paese, dove incontrerà il mondo del lavoro.
Giovanni Paolo II aveva visitato, nei suoi 27 anni di pontificato, il Messico ben 5 volte mentre Benedetto XVI vi compì una tappa di uno dei suoi ultimi viaggi.
Anche l’arcidiocesi di fondazione paolina ha accolto l’appello di papa Francesco.
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