In occasione della Festa della Repubblica è ripreso il cammino del coordinamento reggino
Ad Arghillà la targa ricordo della II Marcia mondiale per la Pace
Redazione Web
3 Giugno 2020
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A distanza esatta di 3 mesi dalla straordinaria esperienza della tappa di Reggio Calabria della 2° Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, e dopo la forzata interruzione di ogni attività sociale causa l’emergenza sanitaria globale, riprende il cammino delle oltre 70 associazioni che hanno contribuito all’evento dello scorso 1 marzo. Nel pomeriggio del 1 giugno, è stata realizzata la posa definitiva della targa ricordo della Seconda Marcia Mondiale per la pace e la Nonviolenza, presso la Piazzetta dell’Integrazione fra i popoli del quartiere reggino di Arghillà.
La manifestazione internazionale, dedicata al tema del disarmo nucleare, della pace sociale, dell’integrazione, della multiculturalità, ha fatto sosta proprio in uno dei luoghi più degradati e difficili della città dello Stretto. Un appuntamento fortemente voluto e preparato con cura, che ha visto sfilare per le vie del quartiere centinaia di persone, attraversando quei luoghi simbolici che ne segnano le problematiche ma anche la volontà di riscatto.
Il Comitato di Quartiere di Arghillà e il Coordinamento del Dialogo interreligioso hanno accolto una piccola rappresentanza delle associazioni aderenti, per l’apposizione della targa in ricordo della tappa, sulla quale si legge “In cammino per i diritti sociali, per la giustizia sociale e ambientale”. Non c’è pace senza giustizia sociale e la cura per le zone e i soggetti svantaggiati deve essere l’obiettivo di un’azione comune e costante, di una vera e attiva presenza, come insegna l’esempio del grande intellettuale Umberto Zanotti Bianco che, andando ad Africo, nel cuore dell’Aspromonte, agli inizi del Novecento, lì piantò la sua tenda e operò per la “perduta gente”.
Il Coordinamento reggino fa suo l’invito lanciato dal Comitato promotore al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel quale si richiamano le parole del Capo dello Stato: «in ogni ambito, libertà e democrazia non sono compatibili con chi alimenta i conflitti, con la continua ricerca di un nemico da individuare. Soltanto la via della collaborazione e del dialogo permette di superare i contrasti, e di promuovere il mutuo interesse nella comunità internazionale».
Il Comitato Promotore della Seconda Marcia Mondiale chiede di: attuare rapidamente il Trattato di proibizione delle armi nucleari, per liberare le risorse destinate alla distruzione e porle al servizio di bisogni umani primari; rifondare le Nazioni Unite con la partecipazione della società civile, democratizzarne il Consiglio di Sicurezza da trasformare in Consiglio Mondiale per la Pace, e creare un Consiglio di Sicurezza Ambientale ed Economica; costruire sul pianeta le condizioni d uno sviluppo veramente sostenibile; superare ogni forma di discriminazione; adottare la Nonviolenza come nuova cultura, e la Nonviolenza attiva quale metodo d'azione.
Alla luce di quanto è accaduto negli ultimi mesi, dopo una pandemia che ha evidenziato i limiti e i pericoli dell’agire umano che non tiene conto dei necessari valori della persona, della salute, dell’ambiente, dell’equità sociale ed economica, il richiamo alla difesa di essi risuona quanto ormai urgente e significativo. Per una ripresa globale, che sani, e non alimenti, le disuguaglianze, come purtroppo sta già accadendo, più forte deve essere lo sforzo e l’impegno degli Stati, delle Istituzioni internazionali, dei cittadini.
La targa apposta vuole essere un piccolo e significativo simbolo di questa volontà e degli obiettivi di quanti si sono riconosciuti in questo progetto e vogliono ancora segnare con la loro azione il futuro che possiamo costruire insieme.
L’appuntamento domani, domenica 29 gennaio. Coinvolte tutte le zone pastorali della diocesi. Lo slogan scelto per la manifestazione di preghiera e riflessione: “Allenati alla Pace”
La diocesi di Catanzaro – Squillace ha organizzato il momento di riflessione e preghiera. Il messaggio e l’esortazione del vescovo Maniago: «La cultura del noi prevalga su quella dell’io».
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