
Pallottole vicino alla Procura di Reggio Calabria, indagini in corso
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Aeroporto dello Stretto, il sindaco di Reggio Calabria va giù duro contro Sacal e dice: «Basta prese in giro». Falcomatà picchia duro dalla sua pagina facebook. «Per anni - scrive - abbiamo atteso la presentazione di questo Piano industriale avvolto nel mistero neanche fosse l'ingrediente segreto della Coca Cola, il Santo Graal o il terzo segreto di Fatima per poi sentirci dire che per il nostro Aeroporto dello Stretto non c'è nessun progetto di sviluppo, niente, nada, una beata... per dirla alla Cetto Laqualunque».
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Non c'è nulla, prosegue Falcomatà parafrasando le parole dei vertici Sacal, «se non "nel prossimo quinquennio", cioè tra cinque anni, forse, avremo qualche novità». Nel frattempo, «a tutti coloro che quotidianamente hanno necessità di spostarsi per motivi di lavoro, di salute, di studio o semplicemente per turismo diremo che purtroppo per adesso non è possibile "ma abbiamo ottime prospettive per il futuro" come Pozzetto nel ragazzo di campagna».
Da anni, prosegue il primo cittadino di Reggio Calabria, «ed ancor più negli ultimi mesi, abbiamo chiesto alla società di gestione e a chi la governa un'inversione di tendenza, ma al di là delle buone intenzioni, ad oggi nulla di concreto. Nessun progetto di rilancio per l'Aeroporto dello Stretto, nessun volo in più. Anzi, la notizia è che mentre il numero dei voli aumenta di giorno in giorno a Lamezia, da marzo Alitalia toglierà anche l'unico volo per Milano in partenza dalla nostra città».
La Città Metropolitana, ricorda Falcomatà, «ha chiesto ufficialmente più volte di avere una quota di partecipazione societaria in Sacal senza ottenere mai una risposta chiara. La verità è che, evidentemente, non c'è alcuna intenzione di avere una presenza reggina dentro la Società di gestione. Continuano a prenderci in giro, a prendere in giro un'intera comunità. Prima che qualcuno scriva "E tu che hai fatto?", vi dico che il Comune e la Città Metropolitana di Reggio non hanno alcuna competenza sull'Aeroporto dello Stretto. Ma non possiamo (e non vogliamo) rimanere indifferenti di fronte alla lenta agonia del nostro scalo».
«Non c'è altra soluzione», dunque, per Falcomatà. Ossia, «uscire dalla gestione unica di Sacal e lavorare per una nuova società, legata al nostro territorio, per la gestione dell'Aeroporto dello Stretto, coinvolgendo anche Messina. Se la cosa è tecnicamente fattibile, servirà uno sforzo collettivo comune della politica, delle istituzioni, dell'imprenditoria sana, dei sindacati e della società tutta. Ognuno dia la propria disponibilità. E poi inizieremo a lavorare in questa direzione».
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