Avvenire di Calabria

Nel segno della ripartenza, la sentita cerimonia eucaristica dello scorso 29 settembre per la riapertura del tempio ammodernato

Arghillà, rinnovata l’aula liturgica della chiesa parrocchiale

Redazione Web

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di Cristhian Mansueto - In un tempo dominato dalla pandemia, anche gli avvenimenti lieti devono essere raccontati. Il 29 settembre scorso ad Arghillà, giorno degli arcangeli, la comunità si è riunita per celebrare questo grande dono che da oggi in poi li accoglierà in un’atmosfera meditativa e riflessiva. Da tempo i fedeli aspettavano una «nuova chiesa». L’attuale parroco, don Antonino Iannò, ha saputo stupire la comunità dando un tocco di classe alla parrocchia, che adesso può essere definita «viva», come citato dallo stesso arcivescovo di Reggio Calabria–Bova Giuseppe Fiorini Morosini, che ha presidiato la messa, peraltro ricca di emozioni. È stata data una forma semicircolare all’abside proprio come due braccia pronte ad avvolgere e abbracciare chiunque entri nella casa del Padre. Inoltre, gli è stato attribuito, il dorato, un colore caldo proprio come la luce, pronto ad accogliere in maniera incantevole. Un senso di «accoglienza», per nulla scontato, di cui oggi l’intera umanità ha bisogno più che mai. Per finire, al centro di questo capolavoro è stato posto il tabernacolo con sopra una croce, donata dalla famiglia Quattrone, solenne e vasta, che di certo crea una forte suggestione, capace di far rimanere di stucco tutti i visitatori. La comunità ha voluto fortemente ringraziare il vescovo metropolita Giuseppe Fiorini Morosini per essere stato presente in questa tappa fondamentale della storia della parrocchia, ma soprattutto per aver speso delle parole importanti, riprendendo la lotta fra il bene e il male. Di come si ha la possibilità di conoscere il bene attraverso i segni come la croce, le chiese e le immagini, citando gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Essi combattono le tenebre, il male e le malattie. Dobbiamo seguire il loro esempio ed essere portatori della parola di Dio, bisogna tenere unita e forte la comunità invocandoli nella preghiera e sentendoli vicini.

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