Avvenire di Calabria

Il Consiglio pastorale della parrocchia a Nord di Reggio Calabria assume una ferma presa di posizione

Arghillà, una Chiesa in uscita chiamata ad affrontare disagi ed emergenze

La comunità: «Non possiamo restare impassibili e comportarci come gli struzzi, ma la politica deve fare la propria parte»

di Redazione Web

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Degrado, spazzatura e disservizi ad Arghillà. Il consiglio pastorale della parrocchia a nord di Reggio Calabria assume una ferma presa di posizione richiamando tutti, cittadini e istituzioni, alle proprie responsabilità.

Se dei fratelli vivono in ambienti fatiscenti e dannosi per la salute oltre che rischiosi per la vita stessa, se i bambini giocano in mezzo ai rifiuti, se le persone respirano esalazioni tossiche anche inavvertitamente durante la notte con possibili danni alla salute ed in particolare danni ai nascituri, il cristiano cosa deve fare? La parrocchia con i suoi componenti può assistere muta a situazioni lesive per la salute e la dignità dell’essere umano?

Questa domanda non avremmo voluto dovercela fare ma la situazione del nostro quartiere è giunta ad un livello tale che una denuncia va fatta. Non importa se saremo attaccati come spesso la Chiesa lo è per le sue posizioni che non seguono la moda del tempo e non guardano al colore dei partiti che tengono le redini del governo, tacere può essere comodo ma la coscienza non può nascondersi è dentro ognuno di noi e fa sentire la sua voce vibrante.


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Il quartiere di Arghillà sembra in parte un territorio di guerra, basta guardare la palestra mai inaugurata ed ormai uno scheletro, la pista di pattinaggio mai andata oltre ad essere un rudere, ma anche dei locali utili e di buona manifattura risentono l’abbandono e le incursioni dei vandali e in questo caso parliamo della scuola e del teatro annesso.

Nel corso del tempo abbiamo vissuto il cambiamento del quartiere che da zona residenziale è divenuto quello che è adesso. Le amministrazioni che si sono susseguite non sono riuscite a invertire il processo che ha portato al degrado assoluto di oggi. Gli impegni presi sono stati disattesi e le risorse sprecate.

Arghillà ha attirato attenzioni da più parti con associazioni e progetti vari che non hanno inciso sulla vivibilità del quartiere e talvolta sono state solo dei mezzi usati per coltivare interessi personali. Allo stato attuale non ci sono più alibi e bisogna intervenire con mezzi e impegni importanti. Per cominciare la bonifica del territorio, bonifica e non semplice pulizia, non è morale continuare a far vivere le persone in mezzo a liquami, sporcizia, materiali inquinanti presenti in misura tale da non permettere addirittura la viabilità.

Lo stato deve prendersi le sue responsabilità ed intervenire non soltanto in maniere punitiva, ma dimostrando concretamente la sua presenza al fine di far rispettare le regole a tutti, ad Arghillà esiste un turismo della spazzatura mediante il quale persone “per bene” provenienti da diverse parti della città smaltiscono quello che non amano avere vicino alle proprie abitazioni ed intanto i bambini giocano in mezzo ai rifiuti e sono impossibilitati persino a raggiungere la scuola.


PER APPROFONDIRE: Arghillà al collasso: «Non siamo la pattumiera di Reggio»


Noi come comunità parrocchiale di Arghillà non possiamo restare impassibili e comportarci come gli struzzi che nascondono la testa nel terreno, certo gli interventi competono alla politica ed alle amministrazioni ma sia ben chiaro che la situazione di grave pericolo non può attendere ulteriori ritardi di interventi, che ripetiamo non dovranno essere di semplice maquillage ma per cominciare di bonifica ambientale e con la giusta programmazione di recupero degli edifici pubblici, strade, illuminazione e quanto è giusto ci sia in un quartiere cittadino.

Consiglio pastorale di Arghillà

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