Avvenire di Calabria

Il boss è stato catturato dai Carabinieri del Ros in una clinica privata a Palermo, ha problemi di salute

Arrestato Matteo Messina Denaro

L'arresto a 30 anni da quello del suo "mentore", l'ex "capo dei capi" Totò Riina. Era latitante dal 1993.

di Redazione Web

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È stato arrestato questa mattina a Palermo dai Carabinieri del Ros il boss mafioso Matteo Messina Denaro, dopo 30 anni di latitanza. L'inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Trapani) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. L'arresto del capomafia è avvenuto 30 anni e un giorno dopo quello di un altro boss di Cosa Nostra: Totò Riina.


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Il boss catturato in clinica

Il boss è, secondo alcuni informatori, molto malato. Si sarebbe ricoverato in day hospital ieri in una nota clinica privata palermitana, "La Maddalena". Gli uomini del Ros lo avrebbero sorpreso mentre era al Bar.

La clinica "La Maddalena"

Chi è Matteo Messina Denaro

Uno dei latitanti più temuti del mondo, da decenni figura nell’elenco stilato dal Viminale sui ricercati più pericolosi ai quali danno la caccia le forze dell’ordine italiane. Capo del mandamento di Castelvetrano, è uno dei boss più potenti, considerato dagli investigatori uno dei capi assoluti della mafia. Nato a Castelvetrano (Trapani) nel 1962, nella valle del Belice, lavorava come fattore insieme al padre “don Ciccio”. Il suo padrino di cresima è Antonino Marotta, ex affiliato alla banda di Salvatore Giuliano. Messina Denaro, alias “U siccu”, o anche “Diabolik”, inizia presto la sua carriera criminale. Sul finire degli anni ‘80 è il pupillo di Totò Riina. Nell’89 viene denunciato per associazione mafiosa a causa del suo coinvolgimento nella faida tra i clan Accardo e Ingoglia di Partanna. Due anni dopo uccide Nicola Consales, proprietario di un albergo di Triscina, che si è lamentato con una sua impiegata, all’epoca amante di Messina Denaro, di «quei mafiosetti sempre tra i piedi».


PER APPROFONDIRE: Omicidio Scopelliti, svolta nell’inchiesta: 17 indagati


Fu Borsellino a indagare Matteo Messina Denaro per primo

Fu Paolo Borsellino il primo a indagarlo, sempre nel 1989. Nel ’92 fa parte del commando che avrebbe dovuto uccidere Maurizio Costanzo, Giovanni Falcone e il ministro Claudio Martelli. È uno dei mandanti del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo. Tra i mandanti delle stragi del 1993, è ricercato proprio da quell’anno. Trent’anni in cui, grazie a una rete di contatti è riuscito ad eludere la cattura. Fino ad oggi.

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