
Pallottole vicino alla Procura di Reggio Calabria, indagini in corso
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Nel suo soggiorno a Reggio Calabria, Don Zurra ha incontrato in Seminario 28 presbiteri della diocesi. Tra essi alcuni parroci nelle cui comunità non è presente l’Ac. Occasione, comunque, per un confronto sulla relazione tra presbitero e associazioni laicali e sulla pastorale giovanile.
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Sulla prima questione, don Gianluca ha sottolineato come il parroco «non sia padrone, ma suscitatore di carismi; non controllore, ma “rabdomante” dell’azione dello Spirito; non angelo, ma uomo; non solitario, ma fratello».
In particolare, l’assistente è chiamato, secondo il Progetto formativo dell’AC, ad incoraggiare nei fedeli una matura spiritualità laicale, a suscitare uno stile sinodale (che egli vive peraltro nel condividere la cura dell’associazione con l’intero Collegio assistenti), a rinunciare ad avere l’ultima parola quanto piuttosto una parola di sintesi. Una «domanda da rilanciare di continuo è: che cosa può dare l’AC alla vita parrocchiale? Un’apertura oltre il campanile, essere un laboratorio di pratica sinodale, un esercizio educativo intergenerazionale (in senso non esclusivo, ma ministeriale, a favore di tutti!)». In quanto accompagnatore di tale progetto ecclesiale, l’assistente deve «evitare due estremi: la ripulsa (l’AC sarebbe un corpo estraneo rispetto alla parrocchia) o l’identificazione (AC e parrocchia coinciderebbero)».
Circa la riflessione sul mondo giovanile, don Gianluca ha insistito su quattro temi: «la fiducia (l’imprevisto come rivelazione); gli affetti (la distanza come prossimità); la sensibilità spirituale (la fragilità come speranza); la responsabilità la cittadinanza: la partecipazione come restituzione».
È seguito un confronto molto arricchente, con una testimonianza di don Giacomo D’Anna sul ruolo decisivo dell’AC nella scoperta della sua vocazione nell’impostazione dell’intera vita parrocchiale. Don Marco Scordo ha sottolineato l’importanza che i laici si associno per essere presenza più incisiva nella vita comunitaria, mentre don Michele D’Agostino ha chiesto all’AC di essere più coraggiosa e dinamica nell’affrontare le sfide educative. Don Davide Amadeo scorge nella crisi di identità la criticità dei giovani oggi, attestando come la sua esperienza a fianco dell’AC gli stia insegnando la bellezza del prendersi cura dei gruppi e “tra” gruppi reciprocamente.
Don Sasà Santoro ha evidenziato la dimensione della fede nella scuola di profezia e santità dell’AC, mentre don Demetrio Sarica ha posto l’accento su un AC a servizio di tutta la Chiesa con la capacità di rinnovarsi.
PER APPROFONDIRE: Don Zurra incontra i giovani reggini di Ac : «Ripartite dalla fede»
Il Presidente Nico Chirico ha ringraziato tutti i presenti, sottolineando l’importanza dell’ascolto e del discernimento comunitario, nonché la fecondità dell’amicizia tra presbiteri e laici. Don Pasqualino Catanese, Assistente unitario, ha concluso ricordando come l’incontro si sia inserito perfettamente nel percorso sinodale che la Chiesa sta vivendo.
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