Avvenire di Calabria

Giuseppe Falcomatà e Antonino Minicuci sperano possano essere utili per far pendere l'ago della bilancia a proprio vantaggio.

Ballottaggio, la Città si divide: ecco alcune voci a confronto

Federico Minniti

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Sono ore frenetiche, quelle in riva allo Stretto. Il ballottaggio sta dividendo la Città con tantissimi che stanno prendendo nette prese di posizione a favore di questo o quel candidato; endorsement che rispettivamente Giuseppe Falcomatà (csx) e Antonino Minicuci (cdx) sperano possano essere utili per far pendere l'ago della bilancia a proprio vantaggio. A differenza del primo turno, proprio queste forme di supporto - unitamente ai due confronti pubblici tra i candidati (di cui il primo promosso da Gazzetta del Sud stamane è stato fortemente minato da problemi di connessione, peccato) - sono i "piatti forti" di questi ultimi giorni di campagna elettorale.

 
Così come le scelte comunicative sono nettamente contrapposte, allo stesso modo gli "appoggi" a Falcomatà e Minicuci arrivano da fonti diverse: l'uscente sta ricevendo alcuni importanti riconoscimenti da professionisti, intellettuali e attivisti del territorio; mentre l'uomo del Ponte è sempre più sostenuto da storici dirigenti di partito del centrodestra.
 
Gli endorsement a favore di Falcomatà. Da subito, una fetta dell'intellighenzia cittadina si è schierata al fianco del sindaco uscente. Come si legge in una nota, firmata da Alberto Ziparo,Tonino Perna, Lino Caserta, Fabio Cuzzola, Gianni Brandolino, Concetta Fallanca, Pino Zoccali, Eleonora Scrivo, Giuseppe Cartella, Bruno Martino, Tiziana Calabrò, Piero Polimeni, Domenico Cappellano, Laura Azzarà, Pietro Cozzupoli, Stefano Aragona, Cinzia Messina, Giuseppe Fera, Loredana Ieraci Pieroni, Francesco Villari, «l’idea che, nel prossimo ballottaggio, il candidato della Lega possa vincere ci spaventa, ci umilia, ci costringe a mobilitarci. Conosciamo tutti i limiti dell’amministrazione Falcomatà, le ingenuità e gli errori, ma non possiamo permettere che Reggio diventi la prima città metropolitana del Sud gestita dalla Lega, sarebbe un disonore. Siamo stati insultati per vent’anni, chiamati ladroni, parassiti, criminali, e adesso per prendere i nostri voti ci chiamano «italiani». Ma, non è un pentimento è solo una verniciata alla facciata, mentre la Lega di Salvini porta avanti il progetto che fu di Bossi: l’autonomia regionale differenziata. Vale a dire: togliere ancora risorse al Sud e condannare questa terra ad un ulteriore impoverimento». Un appello accorato che è stato raccolto e rilanciato anche da un altro nutrito gruppo di professionisti e attivisti nel sociale ha manifestato pubblicamente il proprio appoggio a Falcomatà, nonostante al primo turno abbiano scelto di votare con convizione Saverio Pazzano. «Scegliamo il centrosinistra soprattutto perché sarebbe per noi impossibile mettersi dalla parte di quelle forze politiche del centrodestra che già in passato hanno messo sul lastrico la città, fino all’onta del “Commissariamento per ‘ndrangheta”, che non danno affidamento sul terreno della legalità e che sono portatrici di proposte velleitarie o di retroguardia. Due per tutte, quella posta come eterno feticcio, specchietto per allodole di ogni tornata elettorale, del Ponte sullo Stretto e quella antistorica dei cassonetti, delle discariche e dei termovalorizzatori.Facciamo senza tentennamenti questa chiara scelta di campo», si legge nella nota firmata da Nuccio Barillà, Vito Teti, Domenico Minuto, Mimmo Cersosimo, Lidia Liotta, Silvana Guarna, Angela Curatola, Tonino De Pace, Graziella Saffioti, Silvana Iannelli, Salvatore Orlando, Domenico Mediati, Franco Costantino, Matteo Enia, Graziella Barillà, Nicoletta Palladino, Alessio Magro, Ornella De Stefano, Michele Tarzia, Francesca Chirico, Cetty Morabito, Francesco Geraci, Maurizio Mallamaci, Nino Mallamaci, Domenica Minuto e Gaetano Tramontana.
 
Gli endorsement a favore di Minicuci. Ha bocciato sonoramente l'amministrazione di centrosinistra, Giuseppe Bombino, professore universitario e già Presidente dell'Ente Parco Nazionale dell'Aspromonte (per molti mesi in predicato di essere il candidato del Cdx), attraverso una nota stampa al vetriolo: «Aver governato Reggio ostendendo il “codice genetico”, se, da una lato, ha garantito la continuità ad una stirpe, dall’altro, ha interrotto le istanze di progresso culturale e materiale della Città.  E il recente e continuo ricorso alle espressioni gergali, quali, “non faciti i fissa”, “passa pa’ casa”, alcune di queste utilizzate dal Sindaco Falcomatà financo per la titolatura di un improbabile sessennale resoconto politico-amministrativo, non è per niente segno di “autenticità”. È il tentativo, - ha proseguito nel suo affondo Bombino -  invece, di dichiararsi col solo linguaggio appartenente ad una Comunità, mentre è mancata l’autorevolezza di rappresentarla con idee e azioni, progetti e visioni.». Supporto apertissimo arriva anche dal senatore missino Renato Meduri e da un gruppo di reduci dei "Boia Chi Molla", cioè Vincenzo Rogolino, Antonio Vacalebre, Pasquale Quartuccio, Antonino Bonforte Antonino Pulitanò, Giuseppe Schirinzi, Gaetano Polito, Antonio Falzea, Francesco Rizzo: «Non abbiamo nulla a pretendere, né incarichi di Governo, né di sottogoverno o qualsivoglia prebenda amministrativa. Non abbiamo tessere di partito, né padroni. A noi interessa la rinascita della nostra meravigliosa ma bistrattata Reggio. Per questo riteniamo sia giunta l’ora di dire la nostra e in quest’ottica rispolveriamo il nostro passato che ci ha visto protagonisti scomodi in una eroica lotta di popolo in difesa degli interessi sacrosanti della nostra città. In quel famoso anno, il 1970, fummo tra gli artifici di una Rivolta di popolo capace di dire no alle ingiustizie e al malaffare politico e, per quelle battaglie, non esitammo a pagare un prezzo in termini di processi, galera e persecuzioni», scrivono in una nota gli ex dirigenti Msi. Decisamente più moderato è l'apporto di Gigi Fedele che, a gennaio, ha composto la lista dell'Udc facendola diventare una potenza di fuoco in provincia di Reggio Calabria, in termini elettorali ovviamente: «Il candidato a sindaco Minicuci è la persona giusta per poter guidare e fare uscire finalmente Reggio Calabria dal pantano in cui si trova e, pur essendo stato costretto per motivi professionali ad operare in altre regioni d’Italia, ha messo al servizio della propria città le sue competenze, il suo amore, la sua professionalità. Altro che straniero, Nino è un prezioso figlio di questa terra». Infine anche Giusy Versace, atleta paraolimpica e deputata reggina di Forza Italia si è schierata al fianco del direttore generale del Comune di Genova: «Da reggina vi chiedo di avere il coraggio di fidarvi di una persona come Minicuci che oggi può rappresentare una grande opportunità. Finalmente un cambiamento e una rinascita. È un tecnico stimato ed apprezzato da tutti e le sue qualità sono ormai note. Dobbiamo avere fiducia in lui. Non state a casa, adesso il cambiamento dipende solo da voi».
 
Insomma, come in una legge del contrappasso, il politico Falcomatà sembra avallato dal civismo, mentre il super-tecnico Minicuci appare sponsorizzato dalle strutture. Cosa peserà di più?

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