Avvenire di Calabria

Tra un bancale e l'altro di alimenti destinati ai poveri abbiamo conosciuto i volontari del Banco delle Opere di Carità

Banco Opere di Carità, quando donarsi diventa bisogno

Federico: «Ho lasciato Assisi e sono venuto in Calabria dove oltre all'amore ho deciso di dedicarmi agli altri»

di Francesco Chindemi

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Alla guida del furgone rosso c’è don Nino Russo. È il giorno della distribuzione degli alimenti. Il sacerdote, responsabile dell’Emporio diocesano di Riparo, si presenta puntuale all’appuntamento. Anche lui si mette al lavoro insieme ai volontari, per caricare sul mezzo le scorte di prodotti. Sono destinati agli utenti dell’Emporio della Solidarietà "Genezareth", il primo emporio diocesano sorto nella città di Reggio Calabria.


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Persone bisognose grazie a questo servizio possono tirare una piccola, ma importante boccata d’ossigeno. «Da cinque anni collaboriamo con il Banco delle Opere di Carità, rispondendo ai bisogni di seicento famiglie. Un numero purtroppo cresciuto in questi due anni segnati dalla pandemia», è la testimonianza di don Russo che dell’Emporio è il responsabile. Un dato a confermare il quale anche chi ogni giorno, rimboccandosi le maniche, offre il proprio supporto logistico da volontario presso il magazzino di vico Scordino.

Alessandro Chizzoniti collabora da un anno con il Banco ed anche con la Caritas. Il suo servizio si scontra con la dura realtà. «In questo ultimo periodo - dice - abbiamo riscontrato maggiori difficoltà tra le famiglie a poter andare avanti. Le persone che non riescono ad arrivare a fine mese, purtroppo sono sempre di più».


PER APPROFONDIRE: Banco Opere di Carità. Un carico di generosità, destinazione gli ultimi


Girando tra i bancali di prodotti, s’incontrano - tra gli volontari - anche interessanti testimonianze di servizio. È il caso di Federico Codini. Guida il muletto con particolare abilità. Tra un carico e scarico merci, ci racconta la sua storia. Lui non è calabrese, viene dall’Umbria. Per l’esattezza dalla città di San Francesco, Assisi. In Calabria è arrivato, innanzitutto, per amore della sua Maria conosciuta all’università. Poi ha conosciuto la realtà del Banco delle Opere di Carità ed è scoccato un altro amore: donarsi al prossimo. «Incontrando questa realtà ho avvertito la necessità di offrire il mio contributo per aiutare coloro che sono meno fortunati. Ho lasciato il mio vecchio lavoro, ho nel frattempo completato gli studi. Ma mi sono detto: sono pronto adesso a sporcarmi anche le mani. E così ho fatto».

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