Avvenire di Calabria

Il Movimento rompe il silenzio e scrive una lettera aperta invocando una presa di coscienza generale

Brogli, ReggioNonTace: «Può l’omissione governare la Città?»

Redazione Web

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Non è la prima volta che, come appartenenti al movimento ReggioNonTace, ci troviamo davanti a situazioni difficili in cui sentiamo il dovere di prender posizione. A interpellarci però non è una persona o un partito politico o un’istituzione, ma è, innanzi tutto, la Coscienza che mette in azione le nostre denunce, le nostre lotte, le nostre scelte vissute con trasparenza a servizio del bene comune.

A fine dicembre, nel diramare un comunicato (peraltro ignorato da quasi tutti gli organi di informazione) su fatti clamorosi che si sono succeduti all'indomani delle elezioni nella nostra città, abbiamo scelto di non entrare nel merito delle responsabilità legali dei diretti responsabili, ponendo questioni alla coscienza delle persone coinvolte.

In tempi di pandemia, non potendo contare sui soliti strumenti che hanno caratterizzato il nostro modo di procedere (raccolte di firme, assemblee, volantinaggio), abbiamo promosso un incontro online, a fine febbraio,  in cui, attraverso l’aiuto di persone che fanno della loro vita un luogo di testimonianza e di aiuto per i più deboli, ricominciare a segnare una strada di ripresa sulla questione etica, oggi più che mai fondamento per riqualificare la politica, in questo tempo sempre meno vicina alla gente, specialmente quella che paga il prezzo della precarietà del lavoro e la durezza del quotidiano.

In quell’occasione, mons. Savino, vescovo di Cassano, ci ha invitati a non ridurre l’‘etica’ ad una parola priva di senso, “perché oggi i beni comuni sono proclamati, ma disattesi, i diritti sono negati; oggi c’è la cultura degli amici degli amici e c’è la cultura delle elemosine e dei favori, non c’è la cultura dei diritti e, quando non c’è la cultura dei diritti, c’è la negazione di fatto dell’etica”. Sempre nello stesso incontro, il prof. Vito Teti ha detto con forza che “non ci si salva da soli, nel senso che questi paesi vuoti, frammentati, separati, hanno bisogno di costituire delle nuove comunità resistenti e reattive, hanno bisogno di riscoprire la memoria perché non ci si salva da soli se si opera separatamente”. Infine don Giacomo Panizza ha ribadito che “l’umanità e l’etica vanno di pari passo: non c’è l’una senza l’altra. Se tiriamo in ballo pure la democrazia, una politica che sia democratica tira in ballo anche l’etica!”

Quindi c’è bisogno più che mai di attivare percorsi dal basso e che vadano al fondo dei problemi. Non ci possiamo accontentare di salvare il salvabile!

Per questo il nostro movimento ancora di più, nonostante tutte le restrizioni del momento, è presente sulla linea della richiesta pressante di essere protagonisti come cittadini nella elaborazione sul programma del bilancio comunale partecipato; per questo siamo molto critici verso chi ci amministra sulla questione del disagio abitativo, che mette letteralmente sulla strada ogni giorno tante persone svantaggiate; per questo chiediamo da anni che la Sanità calabrese non sia un feudo per affari di gruppi di potere.

C'è una domanda che ci segue e ci incalza ormai da tempo: può l'omissione governare le città?

Quando incontriamo la disperazione di persone e famiglie, che vedono negati da decenni diritti fondamentali riconosciuti dalla legge; quando vediamo restare lettera morta istituti previsti dalla normativa e che potrebbero cambiare in meglio le prospettive di una comunità che sembra spegnersi; quando, Amministrazione dopo Amministrazione, di qualsiasi colore, politica o commissariale che sia, l'inefficienza, l'arroganza e il malgoverno stanno al potere senza ritegno alcuno, ci chiediamo e chiediamo a gran voce cosa aspettiamo a dire «Basta!» e a pretendere, non più a chiedere, quello che è dovuto. Lo chiediamo nel momento in cui la storia della democrazia nella nostra città ha toccato forse il suo punto più basso: ci riferiamo non solo alla vicenda dei brogli elettorali, su cui ancora c’è da far piena luce, ma anche a quanto accaduto nella sala del Consiglio Comunale con lo striscione, per nulla offensivo, con cui l'opposizione chiedeva le dimissioni del Sindaco, il quale  ha richiesto subito l’intervento dei Vigili Urbani e ha anche permesso a un Consigliere di maggioranza di strappar via quello striscione dalle mani di chi lo teneva, manifestando così non solo intolleranza, ma anche arroganza e volontà di censura della parola.

Pur sapendo quanto Reggio sia un luogo “difficile”, non ci stancheremo mai di proporre lo stile della trasparenza e della gratuità per aprire orizzonti nuovi di partecipazione e di cura del bene comune, perché è solo questo lo stile che promuove il dialogo.

Lo chiediamo come appello della Coscienza a ciascuno per la sua parte: singoli cittadini, movimenti e associazioni, organi d'informazione, scuola, università, prefettura, magistratura, forze dell'ordine. Da qui ricominciamo col desiderio e la volontà  di un rapporto sano, aperto, paritario e costruttivo.

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