Partiti alle prese con un maxi gioco del tetris Tutti vogliono la poltrona, ma i programmi?
Calabria, veti incrociati sui candidati: politica in tilt
Federico Minniti
16 Dicembre 2019
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Quarantatré giorni. Tanto rimane alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria, l’undicesima legislatura, quella che segnerà il mezzo secolo di vita dell’Ente. Insomma, i numeri ci sono, ma a sei settimane dal voto, quello che appare meno nitido è il quadro dei candidati–governatore.
Centrosinistra. La crisi del Pd non sembra conoscere fine, seppure il diktat nazionale – condiviso da una larga base locale – indica il nome di Pippo Callipo, imprenditore vibonese di lungo corso, già candidato– governatore con un movimento civico sostenuto, nel 2010, anche da Italia dei Valori e dai Radicali. Zingaretti ha giocato tutte le sue fiches su Callipo auspicando di rinsaldare il patto coi Cinquestelle che, per molto tempo, avevano ipotizzato il nome dell’imprenditore tra la rose dei propri candidati ideali. Resta la grana–Oliverio, seppure il segretario dem ha sbrinato il gelo col governatore uscente. Quali sono le garanzie? Forse un posto «blindato» da parlamentare? È presto per capirlo, anche perché Oliverio è disponibile a deporre le armi – seppure ha già aperto il suo comitato elettorale a Lamezia – soltanto se si percorra una terza via. Né lui, né Callipo.
Pentastellati. Anche nel M5s «ufficialmente » è stato scelto un candi- dato, attraverso le consultazione online. Si tratta del professor Francesco Aiello dell’Università della Calabria. Eppure, all’interno dei Cinquestelle non mancano i malpancisti. Prima una vecchia condanna per abusivismo a carico del neo–candidato, poi il nome di Callipo che ha ringalluzzito tutti i pasdarandell’accordo col Pd. Una linea sconfessata dal capo politico, Luigi Di Maio, ma che sta lasciando più di uno strascico in un Movimento che in Calabria ha sempre sofferto di una forte crisi di leadership.
Centrodestra. Mentre l’attuale assemblement di governo (Pd–M5s), all’indomani della sconfitta in terra umbra, sembrava destinata alle lotte intestine, si attendeva di tutt’altro tenora la discussione all’intero del centrodestra. I ruoli sembravano già definiti dal triumvirato Salvini–Meloni– Berlusconi: alla Regione, il candidato– governatore doveva essere forzista e tutto faceva pensare che fosse Mario Occhiuto o al massimo il fratello Roberto. Il «no» irremobile del leader del Carroccio ha rimescolato le carte facendo virare Berlusconi, sembrerebbe imbeccato dalla Pascale, su Jole Santelli, attua- le coordinatrice azzurra in Calabria. Da quì, l’Aventino degli Occhiuto che – in barba agli ordini di partito – avrebbero intimato: o con la coalizione o da soli. Un po’ come successo a Lamezia con Paolo Mascaro in candidatura solitaria contro Ruggero Pegna sostenuto dai partiti (tranne la Lega). La situazione è tellurica. E qualcuno attende il passo indietro di Forza Italia...
Outsider civici. Infine, ci sono gli auto– candidati: Giuseppe Nucera e Carlo Tansi. Il primo, già presidente di Confindustria Reggio Calabria, strizza l’occho al centrodestra. L’altro, braccio destro di Oliverio nella gestione della Protezione Civile regionale, si era proiettato nella fuga in avanti sperando di sintetizzare le anime dissidenti di M5S e centrosinistra. L’obiettivo di entrambi è quello di ottenere almeno un seggio.
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