Il Covid-19 non ferma il progetto di formazione e lavoro in carcere partito cinque anni fa
Callipo assume 6 detenuti del penitenziario di Vibo
Redazione Web
5 Novembre 2020
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Un progetto di inclusione sociale che va oltre la solidarietà, per rendere la detenzione un’occasione di recupero delle persone. Con questo obiettivo si rinnova la collaborazione tra Callipo, azienda calabrese con una storia di 107 anni nelle conserve ittiche di qualità, e la casa circondariale di Vibo Valentia per assumere e formare anche quest'anno 6 detenuti meritevoli.
Per il quinto anno consecutivo il lavoro arriva dietro le sbarre con Callipo che affida ai detenuti la responsabilità del confezionamento di 11.000 idee regalo che saranno messe in vendita per le prossime festività natalizie.
L’emergenza covid-19, che ha colpito duramente diverse strutture penitenziarie in Italia, non ha fermato questa iniziativa. In un anno in cui la vita detentiva è stata, infatti, severamente condizionata dalla pandemia in atto è stato possibile portare avanti questo progetto di risocializzazione dei detenuti grazie alla disponibilità e all’impegno costante del Corpo di polizia penitenziaria di Vibo Valentia guidato dal comandante Domenico Montauro. La consapevolezza del valore che la formazione e di lavoro rappresentano per i detenuti hanno portato a Vibo Valentia all’attivazione di un protocollo di massima sicurezza per tutelare sia la salute dei detenuti che quella del personale Callipo incaricato all’affiancamento durante tutto il periodo di attività. "Lo sforzo di non sospendere una occasione importante, che ogni anno Callipo offre agli ospiti di questa struttura, è stato massimo. Si spera di poter continuare fino alla fine e formulo i miei più sentiti auguri all'azienda Callipo e ai detenuti selezionati", dichiara la Dott.ssa Angela Marcello, Direttore del Penitenziario di Vibo Valentia.
Il lavoro e la formazione in carcere rappresentano uno dei pilastri della rieducazione dei detenuti per acquisire una nuova consapevolezza di sé, per aumentare il senso di responsabilità e la fiducia in un futuro migliore, per investire in una società più sicura.
“Agire concretamente, soprattutto nel nostro territorio, fa parte da sempre della nostra filosofia. Da cinque anni, con questo progetto di collaborazione con il Penitenziario di Vibo Valentia, cerchiamo di creare per i detenuti un'opportunità concreta di “rieducazione” attraverso il lavoro, di recupero della dignità e di riscatto sociale. Per la durata del progetto i detenuti coinvolti, infatti, diventano parte integrante della nostra azienda, lavorano insieme ai nostri dipendenti in un’area dedicata del penitenziario, scoprendo la visione ed i valori che ispirano ogni nostra azione e condividendo un clima di lavoro positivo. Anche per i nostri dipendenti è un’esperienza molto toccante perché permette loro di scoprire cosa accade quando nella vita si sbaglia e allo stesso tempo percepire la forza di queste persone di recuperare agli errori commessi. Lavorare fianco a fianco con i detenuti, ascoltare le loro storie di vita personale e le loro esperienze all’interno del penitenziario li emoziona molto e crea dei legami che molto spesso perdurano anche dopo la fine del progetto. Diversi detenuti, infatti, negli anni, ci hanno mandato lettere in azienda per salutare affettuosamente i “colleghi” che avevano lavorato con loro. E' questa la nostra più grande soddisfazione!”, commenta Giacinto Callipo, quinta generazione della famiglia.
Callipo ha affidato anche quest'anno a Openjobmetis SpA la gestione delle assunzioni dei detenuti. Openjobmetis SpA, attiva da oltre 19 anni nella ricerca, somministrazione, ricollocazione e formazione del personale, è la prima e unica Agenzia per il Lavoro quotata in Borsa italiana.
L’episodio nel pomeriggio di martedì durante un temporale, Per fortuna non si sono registrati danni alle persone. Danneggiate alcune auto parcheggiate nel piazzale antistante l’edificio sacro.
Intervista al presidente del Tribunale di sorveglianza di Reggio Calabria su pianeta carceri e percorsi di rieducazione della persona anche fuori dai penitenziari.
Pagare una colpa, anche grave, non vuol dire essere costretti a subire costanti mortificazioni e danni, a volte, irreversibili. Serve chiarezza e maggiore attenzione dalla società civili.
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