Avvenire di Calabria

Cambiano gli uomini, ma serve soprattutto cambiare la visione

L'opinione del presidente di Confesercenti Reggio Calabria: «Manca un programma di sviluppo serio e concreto».

Claudio Aloisio *

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Il 26 gennaio in Calabria si voterà per scegliere chi dovrà governare la Regione per i prossimi cinque anni. I giochi sembrano fatti, i sondaggi non lasciano molto spazio all’immaginazione ma, al di là di chi sarà il vincitore, per l’ennesima volta assistiamo ad una campagna elettorale ricca di slogan ma povera, poverissima di contenuti.

Manca un programma di sviluppo serio e concreto. Manca una “visione”. Manca quel fondamentale collegamento tra classe dirigente, imprenditoria e società civile che consenta un cambio di rotta, a questo punto divenuto indispensabile e non procrastinabile, per uscire dalle secche di una situazione drammatica e ormai incancrenita nella quale, la nostra regione è divenuta ostaggio di una politica incapace e di una burocrazia elefantiaca e inefficiente.

La Calabria continua ad essere la cenerentola d’Italia pressoché in ogni settore. Sanità, ambiente, economia, lavoro, stato sociale, infrastrutture: non c’è ambito in cui non siamo ultimi o tra gli ultimi. Purtroppo, non solo all’orizzonte non si scorge alcuna realistica soluzione ai tanti problemi che affliggono il nostro territorio ma, addirittura, nel silenzio colpevole e alcune volte complice dei nostri rappresentanti politici in Parlamento e in Senato, coloro che per mandato dovrebbero tutelarci, negli ultimi anni abbiamo anche assistito all’attuazione di un federalismo monco e iniquo che da cooperativo è, di fatto, divenuto competitivo contribuendo ad allargare il divario tra il ricco nord e il sempre più disastrato meridione. Così, oggi ancor più di ieri, in Italia esistono cittadini di serie A, che possono godere di servizi efficienti e puntuali con costi accessibili ed adeguati, e di serie B che pagano tariffe molto più alte a fronte di servizi insufficienti o spesso, praticamente inesistenti.

Di frequente ripeto, durante i miei interventi pubblici, che viviamo in una terra benedetta da Dio ma maledetta dagli uomini, da coloro che hanno interesse a che rimanga sottosviluppata e disperata per un tornaconto politico ed economico ma anche dai suoi stessi abitanti troppi dei quali continuano ad accettare supinamente il malaffare o, nel migliore dei casi l’insipienza, in cambio del mitologico “favore” non rendendosi conto che, quello stesso favore che elemosinano, è in realtà, la gran parte delle volte, un loro sacrosanto diritto. Per scardinare questa dannosa subcultura è essenziale che tutti prendano coscienza di una verità tanto importante quanto banale, dato che è sotto gli occhi di ognuno di noi: la nostra è una regione ricca e bellissima. Una terra che, come un frutto maturo e succoso, aspetta solo chi la sappia cogliere e valorizzare.

Ecco, la Calabria ha bisogno di questo, di chi la sappia cogliere così da indirizzarla verso una “straordinaria normalità” guidandola in acque sicure grazie ad una strategia di sviluppo illuminata e di lungo respiro, dando al contempo l’avvio a una rivoluzione sociale e culturale che coltivi e faccia germogliare un forte e convinto senso di comunità, condizione indispensabile per il suo consapevole e sostenibile rilancio. L’augurio che voglio quindi fare al futuro Presidente della Regione è di avere forza e coraggio. Il coraggio di cambiare approccio alla cosa pubblica premiando merito e competenze e la forza di rifiutare le liturgie stantie e autoreferenziali di una politica che, col tempo, ha perso credibilità e rappresentatività.

Un altro augurio, invece, lo voglio fare a tutti i calabresi, a tutti noi: di riuscire finalmente ad affrancarci da una cultura vittimistica e provinciale che ci ha portato in dote solo disastri e negatività. Credo sia giunta l’ora di finirla, una volta per tutte, di autocommiserarci così da iniziare a rimboccarci le maniche, chiedendo con forza il rispetto dei nostri diritti e non accettando supinamente le ingiustizie che uno Stato patrigno ci ha fatto subire negli ultimi decenni, certo, ma sopratutto lavorando insieme e in concordia per lo sviluppo di un territorio che merita molto di più di ciò che oggi esprime.

* presidente Confesercenti Reggio Calabria

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