Avvenire di Calabria

Un mese dopo le multe elevate ai danni dei titolari di farmacia, arriva la risposta da parte del Comune

Caos tamponi, farmacie ancora penalizzate

La denuncia di Federfarma: «Ci aspettavamo un'apertura rispetto alla necessità di poter operare in sicurezza ed invece così non è stato»

di Redazione web

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Caos tamponi e farmacie multate a Reggio Calabria. Un mese dopo cosa è cambiato? Federfarma resta perplessa, circa l'evoluzione della vicenda, iniziata con le sanzioni alle farmacie cittadine che hanno allestito gazebo nelle loro prossimità per consentire l'effettuazione di tamponi covid in sicurezza.


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«Dopo un mese di intenso dialogo con le Istituzioni, dopo continue rassicurazioni che la situazione sarebbe stata risolta in tempi brevissimi perché paradossale, dopo il silenzio degli ultimi giorni», ecco la risposta che non ti aspetti.

Le farmacie speravano in altro. Ma risposta che i titolari hanno ricevuto dalla politica e dall'amministrazione comunale è stata - afferma in una nota Federfarma Reggio Calabria - che «le farmacie che non potevano attrezzare i gazebo in territori di proprietà, avrebbero dovuto richiedere nuovamente e pagare il suolo».

«Nonostante la cosa fosse indiscutibilmente senza precedenti, nell’ottica di continuare ad erogare un servizio fondamentale per la nostra città - si afferma ancora nella nota - i farmacisti hanno nuovamente presentato la richiesta». Ebbene, ad oggi - spiega ancora Federfarma - «ancora nessuna risposta, nessuna autorizzazione, anzi sembra che le domande saranno rigettate».

Federfarma Reggio Calabria aggiunge: «Inutile sottolineare come la posizione assunta dal Comune, col quale peraltro abbiamo sempre collaborato fattivamente, sia per questa Associazione incomprensibile».


PER APPROFONDIRE: Caos tamponi, farmacie multate a Reggio Calabria


In tutta Italia, conclude l'associazione di categoria dei farmacisti reggini, «ci sono state nel merito delibere e ordinanze. Questo ostruzionismo non solo è offensivo per il lavoro che abbiamo svolto in questi due anni, ma penalizza la cittadinanza tutta».

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