Avvenire di Calabria

Parole di Papa Francesco durante l'udienza di oggi in cui ha rivolto un pensiero a don Roberto Malgesini

«Chi non sa contemplare il creato non sa contemplare le persone»

Redazione Web

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“Desidero ricordare in questo momento don Roberto Malgesini, sacerdote della diocesi di Como che ieri mattina è stato ucciso da una persona bisognosa che lui stesso aiutava. Una persona malata di testa”. Lo ha detto il Papa, prima del saluto ai fedeli di lingua italiana che come di consueto conclude l’udienza del mercoledì. “Mi unisco al dolore e alla preghiera dei suoi familiari e della comunità comasca – ha proseguito Francesco – e come ha detto il suo vescovo rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio di questo testimone della carità verso i più poveri”. “Preghiamo in silenzio per don Roberto Malgesini e per tutti i preti, suore e laici che lavorano con le persone bisognose e scartate della società”, l’invito del Papa.

Durante l’udienza Papa Francesco è intervenuto sul tema della bellezza del creato.

“C’è una cosa che non dobbiamo dimenticare: chi non sa contemplare la natura, il creato, non sa contemplare le persone nelle proprie ricchezze”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, che nella parte finale dell’udienza di oggi – dal Cortile di San Damaso - si è soffermato fuori testo sul significato del termine contemplazione, che è l’esatto contrario del termine sfruttamento . “Chi vive per sfruttare la natura finisce per sfruttare la gente e trattarla come schiava”, la tesi di Francesco: “Questa è una legge universale. Se tu non sai contemplare la natura, sarà molto difficile che saprai contemplare la gente, la bellezza delle persone, il fratello, la sorella, tutti noi”. “Chi sa contemplare – ha spiegato il Papa più facilmente si metterà all’opera per cambiare ciò che produce degrado e danni alla salute. Si impegnerà a educare e promuovere nuove abitudini di produzione e consumo, a contribuire ad un nuovo modello di crescita economica che garantisca il rispetto per la casa comune e il rispetto per le persone”.

“Il contemplativo in azione tende a diventare custode dell’ambiente - è bello questo, ognuno di noi deve esser custode dell’ambiente, della purità dell’ambiente - cercando di coniugare saperi ancestrali di culture millenarie con le nuove conoscenze tecniche, affinché il nostro stile di vita sia sempre sostenibile”, ha affermato Francesco: “Contemplare e prendersi cura: ecco due atteggiamenti che mostrano la via per correggere e riequilibrare il nostro rapporto di esseri umani con il creato”. “Tante volte il nostro rapporto col creato sembra essere un rapporto di nemici”, ha denunciato ancora a braccio il Papa: “distruggere il creato a mio profitto, sfruttare il creato a mio profitto. Non dimentichiamo che questo si paga caro. Non dimentichiamo quel detto spagnolo: Dio perdona sempre, noi perdoniamo delle volte, la natura non perdona mai”. “Oggi leggevo sul giornale di quei due grandi ghiacciai dell’Antartide, che stanno per cadere”, ha rivelato Francesco fuori testo ai circa 500 presenti: “Sarà terribile, perché il livello del mare crescerà e questo porterà tante difficoltà e tanto male. E perché? Per il riscaldamento, per non curare l’ambiente, non curare la casa comune”. “Invece, quando abbiamo questo rapporto fraternale con il creato diventeremo custodi della casa comune, custodi della vita e della speranza”, la proposta del Papa, che ha esortato ad essere persone che “custodiscono il patrimonio che Dio ci ha affidato, affinché possano goderne le generazioni future”.

fonte M.Michela Nicolais (Agensir)

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