Chiesa in Calabria, si moltiplicano le iniziative delle diocesi per l'Ucraina. Si moltiplicano i gesti di solidarietà e i momenti di preghiera vissuti sui territori diocesani calabresi.
Chiesa in Calabria, si moltiplicano le iniziative delle diocesi per l'Ucraina
In queste ore sono giunte le notizie da Cosenza, Locri e Lamezia., un elenco di iniziative che è in continuo aggiornamento.
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Le iniziative a Locri
La Diocesi di Locri-Gerace, facendo proprie le parole di Papa Francesco che ha invitato tutti ad una giornata di digiuno e di preghiera per la pace, organizza una veglia che sarà presieduta dal vescovo, S.E. monsignor Francesco Oliva, nella Cattedrale di Locri il 2 marzo prossimo, Mercoledì delle Ceneri.
Tutta la comunità diocesana, le associazioni e i movimenti sono chiamati ad unirsi alla preghiera, che vuole essere anche un momento per dare voce, innanzitutto, alle “vittime che la guerra non la scelgono, ma la subiscono” e per fare da eco all’appello di Papa Francesco.
Le iniziative a Lamezia
“L’emergenza della guerra in Ucraina non può lasciarci indifferenti di fronte al grido di pace soffocato dalla violenza”. Così il direttore della Caritas di Lamezia Terme, don Fabio Stanizzo, in una lettera inviata ai parroci ed ai fedeli della Diocesi, con cui annuncia l’avvio di una raccolta fondi a sostegno delle popolazioni dell’Ucraina, da fare pervenire direttamente alla Caritas diocesana e da effettuarsi, in occasione della prima domenica di Quaresima, nelle Sante Messe di sabato 5 e domenica 6 marzo.
“I fondi raccolti – scrive don Fabio - saranno inviati interamente a Caritas italiana che sosterrà la Caritas Ucraina, Polacca, Moldava e Romena impegnate in prima fila nell’organizzazione dell’accoglienza e degli aiuti emergenziali ed apriremo le nostre porte, qualora ce ne fosse la necessità, a chi è costretto a scappare dalla sua terra”.
Inoltre, sempre “in comunione con la presidenza della Cei e le indicazioni di Caritas italiana - prosegue don Fabio -, anche la nostra Chiesa diocesana, per volere del Vescovo, S.E. mons. Giuseppe Schillaci, accoglie l’appello ad unirsi in una corale preghiera per la pace ed aderire alla Giornata di digiuno indetta da Papa Francesco per il prossimo 2 marzo, mercoledì delle Ceneri, per la conversione dei cuori e per invocare il dono della pace. Il frutto del digiuno può essere donato a sostegno dei fratelli colpiti dalla guerra”.
“La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana – ricorda al riguardo don Fabio - , a fronte delle testimonianze portate dai responsabili di Caritas Ucraina e Caritas Spes, in occasione dell'incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’ tenutosi a Firenze lo scorso 28 febbraio, rinnova l'appello del presidente di Caritas Ucraina, Tetiana Stawnychy a supporto di un popolo che ha ‘bisogno della nostra solidarietà e delle vostre preghiere, del vostro sostegno per avere la possibilità di rispondere alla crisi umanitaria e assistere le persone colpite dalla guerra’”. Per don Fabio, quindi, “l’esperienza vissuta a Firenze indica un percorso condiviso: attraverso l’ascolto e il dialogo è possibile superare ogni motivo di conflitto e costruire ponti di pace”.
Da qui la sollecitazione ai “Centri di ascolto Caritas”, Diocesano e Parrocchiali, “a far convergere ogni iniziativa in un unico intervento e mettersi in atteggiamento di ascolto e di accoglienza delle istanze provenienti dai fratelli e sorelle Ucraini, residenti nei nostri territori, dando per quanto possibile risposte concrete di vicinanza e prossimità”.
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La preghiera a Cosenza
“Vorrei abbracciarvi tutti, uno a uno, per abbracciare tutto il popolo ucraino in questo momento di sofferenza inaspettato”, con queste parole mons. Francesco Nolè, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, ha iniziato il momento di preghiera con la comunità ucraina riunita prima nella chiesa di San Domenico poi nella Cattedrale di Cosenza, dove il presule ha celebrato la santa messa e presieduto l’adorazione eucaristica per la pace, con la partecipazione delle varie realtà laicali e dell’Ufficio Migrantes promotore del momento di preghiera guidato da padre Taras Zvir.
Commovente vedere tanti ucraini elevare nella loro lingua canti e preghiere al Signore per invocare il suo aiuto e sostenere i propri cari lacerati dalla guerra. Nella voce lacrimante e negli occhi spezzati dal dolore gli amati lontani da loro malvagiamente divisi: c’è chi teme per il figlio chiamato alle armi, chi per il coniuge solo, chi per i propri genitori o fratellini ingabbiati in tuguri avvolti dal terrore.
“Un dialogo cuore a cuore con Dio che è vicino a chi soffre: dove c’è una persona maltrattata, lì è il Signore. Lui ha preso la nostra sofferenza su di sé, Lui che è Dio della vita non della morte, della pace non della guerra”, ha sottolineato il vescovo Nolè rivolto a un’assemblea affranta per il doloroso scenario e allo stesso tempo piena di speranza e di fede. L’invito e a farsi operatori di pace, lasciandosi guidare dalla carità che cresce nella misura in cui umilmente sappiamo metterci in discussione, per arrivare attraverso il dialogo ad accordi di pace.
“Saranno tante le persone che nei prossimi giorni torneranno a ricongiungersi con i loro cari e verranno a bussare alle nostre porte. Noi siamo chiamati ad aprire il nostro cuore e a comprendere che non possiamo essere felici da soli: abbiamo bisogno di condividere”, ha concluso mons. Nolè.
In tal senso già da qualche giorno, Pino Fabiano, Direttore diocesano e regionale dell’Ufficio Migrantes, in collaborazione con la Caritas, sta lavorando da una parte per riunire sacerdoti e laici ucraini presenti sul territorio calabrese, dall’altra per supportare e sostenere, attraverso i centri d’ascolto, gli amici ucraini.