Il Presepe Vivente Medievale di Ortì torna con una nuova edizione ricca di sorprese, l’invito della comunità
Dal 26 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025, rappresentazioni storiche, musica dal vivo e la partecipazione attiva di tutta la comunità.
Nel 2018, per volontà dell’allora arcivescovo metropolita, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, la parrocchia di San Giorgio al Corso ha ricevuto l’attribuzione di “Chiesa degli Artisti”. Non una scelta casuale. Anche perché da sempre, in ogni periodo dell’anno, i locali e gli altri spazi esterni del centralissimo edificio sacro, intitolato al Santo Patrono della città di Reggio Calabria, ospitano incontri, dibattiti, concerti e altri momenti legati al fermento della vita culturale cittadina.
«Il nostro Tempio di San Giorgio - spiega il parroco, don Nuccio Cannizzaro, nell’accompagnarci idealmente nella vita della sua parrocchia - è la Chiesa memoriale dei caduti di tutte le guerre. È anche riferimento pastorale in quanto “polo culturale” della diffusione del Vangelo, sia sotto l’aspetto della predicazione teologica che della proposta artistica a tutti i livelli». Chiesa degli artisti, per l'appunto.
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È una parrocchia ricca di storia e simbolo della città, proprio perché qui si custodisce ancora l’antichissimo culto reggino per il Patrono, San Giorgio. Culto che risale all’undicesimo secolo ed è legato all’episodio che portò Reggio ad infliggere una sconfitta ai saraceni che insidiavano le coste calabresi. Una Chiesa, oggi, inserita appieno nel contesto storico della città, in cui si cura lo spirto non solo attraverso la “bellezza” di Dio, ma anche attraverso le opere di carità dedicate ai più bisognosi. Allo stesso modo - ancora don Nuccio - «cerchiamo di prestar attenzione alle povertà non solo materiali, ma anche spirituali, non visibili, ma altrettanto gravi».
In questi ultimi tre anni, ancora il sacerdote, «ci stiamo impegnando a dare all’arte un altro senso, cioè quello religioso. Proprio attraverso la liturgia, ci sforziamo a far sì che l’arte parli al cuore della gente». Ecco perché ogni cosa, qui, non è solo espressione di cura e gusto del bello. Diventa simbolo, «segno della bellezza di Dio, espressa anche attraverso la sua Parola».
Ormai da qualche anno, il 18 ottobre, nel giorno della Solennità di San Luca Evangelista, loro Patrono, gli artisti celebrano qui la messa. Così i cultori del bello - siano essi pittori, scultori, poeti, scrittori, ma anche musicisti - affidano la propria arte e le proprie opere a Dio. C’è anche una cappella dedicata agli artisti, intitolata proprio a San Luca. Vi è esposta una pala realizzata dall’artista reggino, Alessandro Allegra. Raffigura il Santo nell’atto di dipingere la Madonna. «Un’antica tradizione cristiana - ci spiega proprio Allegra - afferma che l’evangelista Luca fu il primo iconografo e che dipinse quadri della Madonna. Sono molte le immagini bizantine a lui attribuite e proprio ad esse mi sono liberamente ispirato nel realizzare questo quadro qui oggi esposto».
Il giorno della celebrazione della messa dedicata agli artisti, al termine della liturgia, «proprio in questa cappella - racconta ancora il pittore - un artista recita la preghiera, in cui si affida al Signore non solo il nostro operato. Si chiede di poter essere noi stessi strumento per aiutare tutti gli uomini a scoprire qualcosa di Dio, attraverso le nostre opere».
Dal 26 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025, rappresentazioni storiche, musica dal vivo e la partecipazione attiva di tutta la comunità.
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