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Il problema è stato solo rinviato di qualche mese, la chiusura della galleria "Limina" sulla Strada di grande Comunicazione "Jonio - Tirreno" prevista a partire da gennaio potrebbe provocare ben quasi due anni di disagi. Al via la mobilitazione.
Dal governatore Occhiuto, ai sindaci delle due aree (ionica e tirrenica) del territorio della città metropolitana di Reggio Calabria. Oltre al sindacato, a far sentire la propria voce anche tanti comitati spontanei di cittadini che stanno sorgendo sia nell'uno che nell'altro versante.
Cosa succederebbe se per due anni la circolazione lungo la Strada di grande Comunicazione "Jonio - Tirreno" dovesse essere sospesa? «Solo per fare un esempio, un cittadino di Vibo Valentia che deve raggiungere Marina di Gioiosa Ionica oggi ci impiega solo 59 minuti, con la chiusura della Jonio Tirreno 3 ore. Riteniamo inimmaginabile una ipotesi di questo tipo», affermano Simone Celebre e Nino Costantino, rispettivamente segretario generale della Fillea Cgil Calabria e responsabile dipartimento Infrastrutture e Trasporti Cgil Calabria.
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Per i due sindacalisti, la paventata chiusura per quasi due anni della "Jonio - Tirreno" «sarebbe per altro un colpo durissimo all’economia già pesantemente colpita, aggiungendo un altro macigno alle condizioni di insufficiente ammodernamento di un’area che ha bisogno come il pane, invece, di essere raccordata al resto della Calabria».
Naturalmente alta rimane l'attenzione sul piano della sicurezza dell'importante arteria, fino ad oggi contraddistinta da interventi tampone e tantissime morti. La Cgil non a caso ricorda le battaglie e le manifestazioni portate avanti dai sindacati confederali già sul finire degli anni settanta per interventi volti a rendere più sicura la strada. Arteria completata ad inizi anni '90 con guard rail già allora fuori norma. La questione manutenzione e sicurezza è oggi centrale, come ribadisce ancora la CGIL, nelle gallerie «della Limina e del Torbido».
Guardando alle possibili alternative, «l’utilità della Bovalino-Bagnara oggi si dimostra in tutta la sua necessità. Pensare, però, di interrompere completamente la circolazione per circa due anni è senza dubbio sbagliato perché contrasta con gli interessi di intere popolazioni che quotidianamente la percorrono per lavoro».
Per la Cgil ci sarebbero «tecnicamente tutte le condizioni per prevedere cantieri mobili, a senso alternato, notturni, garantendo sicurezza e diritti dei lavoratori». Ma, in particolare, «in grado di garantire durante le fasi più complicate dell’appalto un grado minimo e sufficiente di circolazione».
Per Celebre e Costantino, poi, «la Città Metropolitana di Reggio Calabria deve reagire prontamente alla chiusura della Jonio-Tirreno proponendo un tavolo tecnico autorevole e serio presso il ministero dei Trasporti, coordinato dal Ministero dell’Interno, perché una chiusura così lunga potrebbe causare non solo disagi ma anche una insofferenza sociale a cui va data immediata risposta».
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È impensabile, ancora per la Cgil, «ritenere che l’intera area ritorni agli anni ‘80, è improponibile che una generazione di studenti non possa spostarsi per continuare gli studi, è inaccettabile che chi lavora sia costretto ad orari lunghi e intollerabili. È medievale credere che non si possa trovare una soluzione alternativa per avviare i lavori di ammodernamento senza la chiusura totale».
Anche la Cisl, attraverso una nota dei segretari calabrese e reggino, Tonino Russo e Romolo Piscioneri chiedono che per realizzare gli interventi vadano «individuate tutte le soluzioni tecniche che possano consentire di ridurre i disagi». Allo stesso tempo, di «completare gli interventi nei tempi più brevi, con turni h24, con l’impiego di mezzi e maestranze straordinari». L'esempio è «quanto avvenuto a Genova per la realizzazione del nuovo Ponte Morandi dopo il crollo della precedente struttura».
Oltre a questo, affermano, «occorre con una certa urgenza rivedere la viabilità e organizzare possibili lavori di messa in sicurezza sulla vecchia via di collegamento Mammola-Limina, ex strada statale 281, oggi provinciale 5, utile a non isolare le comunità sia della Locride sia della Tirrenica e mantenere per quanto possibile una certa vivacità economica e sociale delle comunità interessate». Inoltre, «c’è l’esigenza di rafforzare i collegamenti con i treni sulla tratta ferroviaria Catanzaro/Reggio Calabria».
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