
Cibo sintetico, dalla Calabria un netto «no»
L’associazione di categoria a difesa delle produzioni genuine e del Made in Italy aveva lanciato una petizione a cui hanno aderito anche il governatore Occhiuto e tanti vescovi italiani.
Reggio Calabria, sulla sfida educativa è ora di un cambio di passo. La recente nomina del primo Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza comunale, ricaduto – per diretta scelta del sindaco Falcomatà – su Maria Giovanna Campolo, nonché il deciso sostegno alla rete delle “Alleanze Educative”, da parte degli assessori alla Pubblica Istruzione e alle Politiche Sociali di Palazzo San Giorgio, rappresentano certamente un ottimo punto di partenza.
Un ulteriore segnale di attenzione verso le povertà educative, lungamente denunciate dai report degli addetti ai lavori, tra cui quello di Save The Children che pone la Città dello Stretto sotto gli standard “sufficienti”, dovrebbe e potrebbe arrivare da Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana. Tutte le più importanti MetroCity, infatti, si sono dotati di una figura altamente specializzata rispetto ai problemi inerenti alla crescita dei bambini e dei ragazzi del territorio. Si tratta in sintesi, di un delegato all’Educazione. Una responsabilità politica certamente pesante, ma che – valutando il fervido substrato sociale di Reggio Calabria – può essere “garantita” da un coinvolgimento, pieno e istituzionale, degli enti intermedi (quali, ad esempio, il Forum Territoriale del Terzo Settore).
L’educazione è un investimento efficace e di “buone prassi” ne è piena l’Italia: passa da que sta scelta di campo anche il voler ribadire la centralità dei diritti, intesi come espressione di una reale giustizia sociale. Troppo spesso gli adolescenti e i giovani sono “ostaggio” delle parate legalitarie che, a conti fatti, restituiscono ben poco a chi ne prende parte. Non può la politica, e ancor più l’Istituzione delegare l’intero giogo di questa sfida che interpella ciascun cittadino alla società civile. Gli strumenti del privato sociale e del volontariato sono troppo esili. Più si allarga la focale dell’attenzione, più si comprende che sono tantissimi gli spazi urbani nell’area metropolitana che sono “desertificati” sotto il profilo degli investimenti politici ed economici a favore dell’aggregazione e della prevenzione delle nuove povertà e del disagio adolescenziale–giovanile.
Solo la Città Metropolitana che opera sulle direttive della pianificazione può realisticamente intercettare questa “domanda inespressa” da parte dei territori. Solo così si possono orientare in modo diretto gli intendimenti e gli strumenti finanziari provenienti dall’Europa. Nominare un delegato metropolitano all’Educazione non vuol dire creare un nuovo balzello elettorale, ma vuol dire dare efficacia a una linea di governo che seppur attenta è sempre zoppicante.
Le idee, infatti – come diceva Giovanni Falcone – camminano sulle gambe degli uomini. Nessuno può tirarsi indietro, altrimenti – dinnanzi ai casi di cronaca che documentano “la morte annunciata” dell’adolescenza (si legga, a mero titolo esemplificativo, il caso di Melito Porto Salvo) – sarebbe delittuoso riproporre marce e iniziative post mortem. C’è una generazione di reggini che chiede attenzioni. Alla politica, con accanto la Chiesa e la società civile, il dovere di prendersene cura.
L’associazione di categoria a difesa delle produzioni genuine e del Made in Italy aveva lanciato una petizione a cui hanno aderito anche il governatore Occhiuto e tanti vescovi italiani.
La Commissione regionale per la Pastorale familiare della Cec si è riunita a Catanzaro. La ripartenza insieme a don Tommaso Mazzei, nuovo direttore.
Ogni giorno quasi 10 milioni di persone si spostano per motivi di studio. Tra questi molti bambini e ragazzi pendolari. Reggio Calabria distante dalla media nazionale.