Avvenire di Calabria

In una lettera inviata ai vescovi italiani vengono indicate nuove disposizioni da adottare a partire dall'inizio della stagione estiva

Covid, la Cei ai fedeli: mascherine non più obbligatorie, ma raccomandate

Consentito inoltre l'uso delle acquasantiera in chiesa rimaste per oltre due anni all'asciutto

di Redazione Web

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Nuove disposizioni per la prevenzione della pandemia da Covid - 19, arrivano dalla Cei. Nel pomeriggio, inviata una lettera a tutti i vescovi italiani con alcuni consigli e suggerimenti per messe e altre celebrazioni.

La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha inviato, oggi, una lettera ai vescovi italiani. Contiene nuovi consigli e suggerimenti relativi alle misure di prevenzione della pandemia.


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La missiva della Cei fa riferimento a nuove misure, in linea con quanto deciso dal governo italiano che per l'inizio della stagione estiva ha previsto un allentamento delle misure di prevenzione della pandemia.

Covid, cosa raccomanda la Cei

La principale novità è il ritorno all'utilizzo delle acquasantiere, vuote da due anni. Si torna anche alla processione per l'offertorio.

Per quanto riguarda, invece, le celebrazioni religiose, le mascherine non sono obbligatorie, ma «il loro utilizzo è raccomandato». Tuttavia, ribadisce la presidenza Cei, dinnanzi a sintomi influenzali «è importante che chi li presenti o è sottoposto a isolamento perché positivo al SARS-CoV-2, non partecipi alle funzioni».

La lettere della Cei suggerisce, ancora, di continuare ad osservare l'indicazione «di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto». È possibile, inoltre, tornare nuovamente ad usare le acquasantiere, così come a svolgere le processioni offertoriarli.


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In merito alla distribuzione della Comunione: «si consiglia ai Ministri di indossare la mascherina e a igienizzare le mani prima di distribuire la Comunione». Per la celebrazione dei Battesimi, delle Cresime, delle Ordinazioni e dell’Unzione dei Malati «si possono effettuarle senza l’ausilio di strumenti».

«I singoli Vescovi, nella considerazione delle varie situazioni e dell’andamento dell’epidemia nel loro territorio, possono adottare provvedimenti e indicazioni particolari», precisa ancora la Conferenza episcopale italiana.

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