Avvenire di Calabria

Le indicazioni del vescovo dell'arcidiocesi pitagorica in vista della ripresa delle iniziative comunitarie

Crotone, feste patronali. Panzetta: «No ai fuochi per rispetto degli ucraini»

Il presule: «È una scelta degna di essere presa in considerazione. Una parte delle somme raccolte sarà destinata alla solidarietà»

di Redazione Web

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No ai fuochi d'artificio durante le feste patronali. È un invito all'insegna della sobrietà e per rispetto dei profughi ucraini, quello che l'arcivescovo di Crotone, monsignor Angelo Panzetta rivolge in un messaggio alle comunità parrocchiali diocesane, in vista dell'organizzazione delle prossime feste patronali.

«In seguito alle nuove disposizioni sanitarie, la vita delle nostre comunità sta gradualmente ritornando ai suoi ritmi consueti. Una particolare dimensione che segna il vissuto credente della nostra gente è quello della pietà popolare che, pur con alcune difficoltà da affrontare, costituisce un’occasione importante per l’annuncio del Vangelo e per la testimonianza della carità». Inizia così il suo messaggio sulle feste patronali, il vescovo di Crotone - Santa Severina, monsignor Angelo Panzetta.


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Il presule, nel suo messaggio sull'organizzazione delle prossime feste patronali, condivide con la comunità diocesana, le proposte emerse dal confronto con il Consiglio Presbiterale. «Queste indicazioni - dice - siano tenute in gran conto da tutti, soprattutto dai parroci, dai consigli pastorali e dai comitati che si costituiscono per l’organizzazione delle feste».

Feste patronali, ecco i criteri

3 i criteri fondamentali per organizzare le feste delle comunità della diocesi di Crotone - Santa Severina. Innanzitutto, «l’attenzione all’evangelizzazione della pietà popolare;
la sobrietà per vivere la festa con la responsabilità di comunità che usano con discernimento il denaro; la solidarietà per vivere la gioia di condividere con i poveri, soprattutto per chi ha perso tutto nella guerra, come tanti fratelli Ucraini».

Cosa propone dunque l'arcivescovo Angelo? «Come scelta di sobrietà e in vista della condivisione, anche per rispetto nei confronti dei numerosi profughi ucraini, per i quali i botti ricordano il dramma del fragore delle bombe che sta distruggendo il loro paese, quest’anno le comunità potrebbero sospendere la programmazione dei fuochi pirotecnici», afferma monsignor Panzetta.

«Si tratta di una scelta (già adottata spontaneamente da alcune parrocchie) che - aggiunge il presule - mi pare degna di essere presa seriamente in considerazione da tutti. In ogni caso, penso che sarebbe difficile da sostenere eticamente anche la scelta, operata in tempo di crisi e di povertà diffusa, di “bruciare” somme consistenti di denaro anche per luminarie dispendiose o per spettacoli che risultino economicamente troppo onerosi».


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Tra le indicazioni del vescovo per l'organizzazione delle feste patronali, non mancano anche disposizioni normative. Quella che «deve essere rispettata in tutte le feste religiose, è la seguente: una percentuale dell’intera somma, pari al 10% delle offerte raccolte per la festa, dovrà essere destinata alla caritas parrocchiale, attraverso la quale la comunità avrà la possibilità di fare in modo che la gioia festiva si trasformi in concreta solidarietà con i poveri del territorio e più ampiamente con le esigenze del mondo».

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