Avvenire di Calabria

Dalla croce alla luce: il senso della penitenza

L'analisi di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, amministratore apostolico di Reggio Calabria - Bova, sulla figura di san Francesco da Paola

Giuseppe Fiorini Morosini *

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L’approdo della Quaresima è sempre la Pasqua. La croce è solo il passaggio verso la risurrezione. Sulla base di questa premessa di fede, noi possiamo riflettere su come la Pasqua, con i suoi contenuti di gioia e di vita, sia entrata nella spiritualità di san Francesco di Paola, segnata dalla penitenza quaresimale. San Francesco di Paola ha vissuto per intero il mistero di Cristo, quindi il mistero di morte e di resurrezione. La penitenza cristiana non è fine a se stessa, ma è cammino verso l’obiettivo di quella vita che Cristo ci prospetta con la sua risurrezione. San Francesco con la sua proposta quaresimale ci ricorda il nesso essenziale tra questi due momenti: se la Pasqua è la celebrazione della vita, ad essa si giunge con l’accettazione della purificazione, della conversione. In tal senso San Francesco di Paola nella Chiesa rimane un punto di riferimento di tale verità: alla novità di vita si arriva attraverso la morte a tutto ciò che in noi è male, peccato, ribellione a Dio. Ci spieghiamo allora i suoi appelli continui alla conversione di vita, al superamento del male, al ritorno alla piena osservanza dei comandamenti di Dio. Nel racconto pasquale l’incontro con il Risorto è sempre il dono che conclude una ricerca. Nel contesto di questa verità si colloca un altro aspetto dell’esperienza penitenziale e quaresimale di san Francesco di Paola. Tutta la sua vita è segnata dalla ricerca di Dio. Da quando fece la scelta di ritirarsi in solitudine, fino agli ultimi giorni della sua vita, l’obiettivo di cercare Dio, di stare con lui, di capirlo, ha segnato ogni suo momento, ogni suo atto, ogni sua decisione. Nella Regola del terzo Ordine, san Francesco ha raccomandato proprio questo: «Ponete fisso in lui vostro sguardo». Solo uno sguardo posto in Dio con impegno, fiducia e speranza salva l’uomo e lo rende capace di costruire una vita degna di tal nome. San Francesco ci ha insegnato, con la sua testimonianza di uomo sereno e felice, di pace e di riconciliazione, che la ricerca di Dio è possibile; è possibile raggiungere l’obiettivo di incontrarlo; è possibile realizzare la comunione con lui, se siamo capaci di rinuncia. San Francesco nella sua Regola ha chiesto espressamente una penitenza che fosse cammino di liberazione per creare le condizioni di una preghiera pura, che è espressione del raggiungimento dell’incontro con Dio. La Pasqua è inizio del riscatto per l’uomo, che si sente così spinto a riscattare anche lui i propri simili. L’attesa di un’altra vita, nella quale ci immetterà il Cristo risorto, spinge a migliorare la qualità della vita presente. Se pensiamo a san Francesco a partire da questo aspetto della Pasqua cristiana, ci accorgiamo di quanto sia stata «pasquale» tutta la sua vita. Egli è vissuto all’insegna dell’amore e del servizio. Un eremita nel cuore del mondo: non è una frase ad effetto, se lo pensiamo attivo ed operante per ventiquattro anni presso la corte dei re francesi, vero cuore del mondo in quegli anni. L’accoglienza che ha esercitato è stata straordinaria: ha donato la pace dei cuori e tutti tornavano a casa contenti. Era Pasqua per loro perché erano tornati in possesso della gioia. L’impegno sociale è stato forte sino al dono totale della sua vita. Non dimentichiamo che il re di Napoli mandò i soldati ad arrestarlo. Nella Pasqua Cristo ha dimostrato che la prova più grande dell’amore è l’offerta della vita in dono. La sua capacità di servizio è stata generosa fino alla dimenticanza totale di se stesso. La dolcezza nel tratto in lui andava di pari passo con l’austerità. Il penitente Francesco di Paola è stato un uomo dalle infinite sensibilità umane, sulle quali ha fondato la grande virtù della carità, nella quale Dio rivela se stesso. Pertanto la spiritualità quaresimale di san Francesco di Paola è una spiritualità che viene illuminata dalla luce della Pasqua, vive della verità e della forza di questo mistero, orienta quanti si associano ad essa verso la gioia e la felicità che il Risorto garantisce a quanti credono in lui e vivono di lui.

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