
Vacanza Solidale, a Cucullaro un laboratorio di vera fraternità
«L’incontro tra storie e provenienze differenti ha generato bellezza, nuove relazioni e speranza» Dopo l’interruzione

Esattamente 10 anni fa, l’Abruzzo è stato colpito da un terremoto devastante. La Caritas si è attivata da subito per rispondere ai bisogni immediati. L’obiettivo ultimo – come in ogni grande emergenza – resta quello di accompagnare i tempi lunghi della ricostruzione, della ritessitura di relazioni e comunità, riassorbimento dei traumi sociali e psicologici, rilancio delle economie locali. Grazie alla solidarietà di quasi 23.500 donatori della Conferenza Episcopale Italia, Caritas Italiana ha messo a disposizione delle comunità locali oltre 35 milioni di euro. Sono stati realizzati: interventi di prima emergenza; 4 scuole per l’infanzia primarie; 16 Centri di comunità; 7 strutture di accoglienza; 2 servizi caritativi; ripristinate 16 strutture parrocchiali per attività sociali e comunitarie; avviati progetti rivolti in particolare ai bambini e ai giovani, progetti sociali a favore delle persone in situazione di grave emarginazione, immigrati, giovani, famiglie. Tutte iniziative caratterizzate dal valore della solidarietà e dello scambio tra comunità cristiane e Chiese sorelle. Con tale spirito anche la nostra Diocesi, con il supporto e sostegno della Delegazione Regionale Caritas Calabria, fin dall’inizio dell’emergenza è stata presente nelle zone del sisma. Dal mese di maggio 2009 la Caritas Diocesana ha avviato, nella zona gemellata, diverse attività di intervento con le popolazioni colpite tra quelle di incontro, relazione e ascolto; cura, presa in carico e animazione di anziani, ammalati, disabili e minori, per liberare tempi a disposizione degli adulti (forze attive) per permettere a loro di occuparsi dei numerosi problemi. Inoltre, la Caritas ha costruito centri di ascolto permanente, e tantissime altre attività volte ad alleviare le sofferenze e leggere efficacemente la realtà territoriale.
Moltissimi sono stati i volontari provenienti dall’arcidiocesi reggina-bovese (Parrocchie, Caritas Parrocchiali, Congregazioni Religiose, Giovani del Servizio Civile) coordinati da Suor Maria Carmela Palamaro, che hanno prestato il loro servizio con impegno e zelo. L’azione più significativa e pedagogica è stata quella di accompagnare le comunità parrocchiali sia dal punto di vista del soccorso, della cura pastorale, dell’animazione sociale, anche nel lungo periodo, fino alla ricostruzione. La caritas diocesana, inoltre, ha contribuito, con le collette finalizzate, alla realizzazione nella zona colpita di due scuole comprensive una a Fossa, intitolata a Don Tonino Bello, una Fontecchio intitolata a Don Pino Puglisi.
Il tutto allo scopo di sostenere la Chiesa locale nello sforzo di tenere unite le proprie comunità parrocchiali che, per cause di forza maggiore, sono state fisicamente distribuite in luoghi diversi, attraverso percorsi di accompagnamento e presenze di condivisione.

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Una settimana per vivere la carità in modo comunitario, condividendo il servizio, la mensa e

«L’idea è nata dal desiderio di offrire una maggiore tutela a chi si muove in