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“La guerra è insopportabile, vorremmo una città dove sia bello abitare, ci piacerebbe costruire comunità unite, ma constatiamo il nostro fallimento”. Lo ha detto mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, nell’omelia della messa celebrata in duomo per l’apertura dell’anno pastorale. “La storia umana è una storia di fallimenti e di sconfitte del bene”, ha proseguito: “Eppure lo sguardo credente legge la storia umana come storia di salvezza. Questa storia del male scoraggiante e del bene precario e fragile è la storia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo. Dentro il destino di impotenza e di sconfitta c’è una rivelazione dell’amore di Dio che salva”. Nell’omelia, mons. Delpini ha anche denunciato che “la messa sembra ridotta a una cerimonia che può piacere o annoiare”. In questo senso, il ricordo del Concilio di Nicea (di cui nel 2025 si celebra il 1700° anniversario, ndr), può aiutare a “correggere l’inclinazione diffusa a immaginare un Dio, senza dipendere dalla rivelazione di Gesù. Forse per questo il cristianesimo si presenta con una sorta di tristezza per l’elenco delle cose che si dovrebbero fare, ignorando la gioia di essere in comunione con Gesù”. Durante la celebrazione – informa la diocesi – si è svolto il Rito di ammissione di tre seminaristi al percorso verso il diaconato e l’ordinazione sacerdotale e di otto laici che iniziano il cammino per diventare diaconi. Al termine della celebrazione, mons. Delpini si è brevemente soffermato sulle “tante sofferenze” che si vivono “anche nella nostra diocesi: drammi familiari, violenza nelle case, violenza nelle strade”, e ancora “incidenti sui posti di lavoro, carceri che sono troppo spesso luoghi di tragedie e di difficoltà che sembrano intollerabili”. “Il Signore – ha concluso – ci aiuti ad essere seminatori di pace, tessitori di relazioni che aiutino a superare queste forme di violenza”.
Fonte: Agensir