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È guardando al 2025, Anno giubilare indetto da Papa Francesco con l’invito ad essere “pellegrini di speranza”, che il popolo friulano si prepara a salire insieme, ancora una volta, al santuario di Castelmonte, Madone di Mont, nel tradizionale pellegrinaggio diocesano, il primo sotto la guida dell’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba.
“Chi più della Madre di Dio, è ‘segno di consolazione e di sicura speranza’?”. È proprio l’arcivescovo Lamba, in un messaggio pubblicato sulla rivista del santuario di Castelmonte, a ricordare a tutti i fedeli della diocesi udinese che “anche quest’anno l’8 settembre saliremo a piedi al santuario per invocare l’intercessione di Maria”. L’appuntamento è fissato per le 14.30 di domani, domenica 8 settembre, ai piedi della salita, a Carraria, per la benedizione da parte dell’arcivescovo e l’avvio del cammino. Sette chilometri, scanditi da canti e preghiere, per giungere nel grande piazzale del santuario dove alle 17 si terrà la messa presieduta dallo stesso mons. Lamba e concelebrata dai sacerdoti presenti. Al termine, il canto del Magnificat accompagnerà la preghiera di affidamento della Chiesa di Udine alla Vergine di Castelmonte. In caso di maltempo, la messa sarà celebrata all’interno del santuario.
In un tempo ancora contraddistinto da gravi tensioni internazionali, una particolare intenzione di preghiera sarà quella per la pace. “Ci auguriamo che anche grazie alla preghiera del popolo friulano dell’8 settembre si possano fare dei passi in avanti nelle pacificazioni”, afferma l’arcivescovo in un’intervista per La Vita Cattolica e Radio Spazio. “Non penso soltanto all’Ucraina o alla Palestina, in questo momento così drammaticamente segnate dalla guerra, mi riferisco anche alla pace nelle nostre comunità, in cui vediamo tanti segni di polarizzazione e di tensione, e nelle nostre famiglie”.
Voluto da mons. Alfredo Battisti all’indomani del tragico sisma del 1976, ogni anno il pellegrinaggio richiama ai piedi della Vergine di Castelmonte centinaia di friulani (e non solo). “Ero giovane e ricordo lontanamente il terremoto del ’76, fu un momento difficilissimo per tutta la comunità del Friuli – rievoca mons. Lamba –. Immagino che possano esserci stati diversi elementi di difficoltà nel riprendere quello che si era fatto fino ad allora dopo quella tragedia… Per tutta risposta l’arcivescovo Battisti propose questo segno: si doveva ricominciare, e ricominciare insieme, rimboccandosi le maniche come sempre avevano fatto i friulani. È molto bello che sia stato preso come punto di riferimento un santuario mariano per questa ripresa”.
Chi si recherà direttamente in santuario – facendo attenzione alle limitazioni al traffico – troverà fin dalle 15 dei sacerdoti disponibili per le confessioni. Alle 16, in attesa dell’arrivo dei pellegrini a piedi, sarà pregato il santo rosario.
Fonte: Agensir