Avvenire di Calabria

Provocazioni che pongono i fedeli davanti a un bivio

Don Cartella: «Gmg, domande di fede»

Redazione Web

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di Domenico Cartella * - In un passaggio, pronunciato nell’omelia della Messa conclusiva della Gmg, nella mattinata domenicale panamense, Papa Francesco paternamente urlava: «Dio vi convoca e vi chiama nelle vostre comunità e città ad andare in cerca dei nonni, degli adulti; ad alzarvi in piedi e insieme a loro prendere la parola e realizzare il sogno con cui il Signore vi ha sognato. Non domani ma adesso, perché li dov’è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore». Due giorni prima, invece, nella serata panamense, intervenendo a conclusione della Via Crucis, Papa Francesco rimarcava: «Padre, come Maria vogliamo imparare a stare. A stare ai piedi della croce, ai piedi delle croci; apri questa sera i nostri occhi, il nostro cuore; riscattaci dalla paralisi e dalla confusione, dalla paura e dalla disperazione ». Ora, noi, buoni cristiani ed onesti cittadini di una terra che vive e cresce sotto il manto protettivo di Maria, Madre della Consolazione, cosa possiamo e dobbiamo fare per render concrete, nelle nostre vite e nei nostri cammini parrocchiali ed associativi, le parole pronunciate dal Papa alla Gmg? Quei due interrogativi – «vi sentite portatori di una promessa? Quale promessa porto nel cuore, da portare avanti?» – che Papa Francesco, nella veglia del sabato di Panama, rivolge ai giovani di tutto il mondo, e che, sottolinea il Santo Padre, son legate all’esperienza vissuta dalla Madonna, cosa provocano nel nostro cuore? E nella nostra mente? Al mattino del sabato panamense, il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente Cei, all’omelia nella Messa per i giovani italiani, esortava: «Entra nella realtà che ti circonda, nel tuo paese, scopri di che cosa c’è bisogno, intuisci dove puoi compiere un servizio, puoi seminare il bene, mettiti all’opera e intanto domandati “ma io, per chi sono?”». E noi, popolo di Dio chiamato a vivere il proprio essere di Dio in una terra tutta da invidiare, incastonata tra l’acqua cristallina dello Ionio ed il verde aspromontano, per chi siamo? Noi, che ogni domenica, a Messa, ascoltia- mo la Parola di Dio, siamo disposti ad esser come quel servo della parabola dei talenti che «aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque»? Vogliamo metterci in gioco? La nostra Patrona, Madre della Consolazione, ci ricorda, proprio nel suo titolo, d’esser mamma capace di portare ristoro, carezze, sorrisi, ai soli, agli ultimi, a coloro che nessun altro sognerebbe di sfiorare col solo sguardo. Ma il cristiano sì. Io, dunque, desidero stare nella mia terra, tra la gente, innamorandomi follemente di quel pezzo di cielo che sta soltanto aspettando me per rinascere a vita nuova? Perché, e intanto andiamo pensando già a Lisbona2022, Papa Francesco a Panama, ci ha ricordato che “solo quello che si ama può essere salvato e solo quello che si abbraccia può essere trasformato”. Il cambiamento della nostra porzione di storia dipende soltanto da noi, che siamo, come ricorda Papa Francesco, «l’adesso di Dio».

 
* Direttore Ufficio Pastorale Giovanile della diocesi di Reggio Calabria - Bova

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