Avvenire di Calabria

Dai campi di lavoro sui terreni confiscati ai boss all’aiuto alle vittime di 'ndrangheta, fino all'idea del turismo sociale

Don Pino De Masi e la sua Piana: «Anni al servizio della gente»

Pino De Masi *

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L’unitarietà del territorio della Piana di Gioia Tauro è, purtroppo, ancora affermata dalla diffusa presenza della ndrangheta, che continua a contrapporsi allo Stato e ai valori della Costituzione. Essa, infatti, si pone sia come forza oppressiva dei diritti di cittadinanza, a partire da quelli di impresa e del lavoro, sia come modello economico–civile prevaricatore e corruttore, che asfissia e nega qualsiasi dialettica sociale, sino a produrre una perdita quasi totale delle relazioni di fiducia basate sulla giustizia, sulla coesione politica, sulla democrazia, sul senso e sul valore del bene comune. In questa situazione, l’impegno di Libera in questi anni è stato finalizzato al recupero del senso dello stare insieme in una comunità e, quindi, alla ricerca di strumenti forti per sviluppare la comunità in modo coeso, pacifico e giusto. Il tutto come base di partenza e di arrivo per creare l’autonomia, la vita, il benessere individuale. Un cammino di liberazione quindi, dalla rassegnazione, dalla disgregazione, dalla passività, dall’individualismo, attraverso la costruzione di processi in cui non ci sia solo il prender parte, ma il faticare insieme e dove, di conseguenza, la legalità viene sempre più riscoperta come valore. Un cammino di liberazione, capace di portare al cambiamento reale e diventare soprattutto speranza condivisa. Un cambiamento innanzitutto delle coscienze attraverso un lavoro di formazione rivolto ai ragazzi con incontri sistematici nelle scuole e nelle realtà associative e agli adulti con percorsi specifici. Un lavoro che incomincia a portare i suoi frutti in quanto sempre più numerose sono le persone che ormai hanno imparato a sostituire il noi all’io e poi a parlare di diritti invece di favori, di dignità invece di sottomissione, di coraggio invece di paura, di cultura invece di ignoranza, di libertà invece di dipendenza, di lavoro invece di sfruttamento, di democrazia invece di oppressione. Un lavoro di formazione supportato da segni concreti. Il primo segno concreto: l’utilizzo dei beni confiscati. Le esperienze nate sui beni confiscati stanno tracciando in questo territorio un segno di dignità e libertà, dettando il tempo di una storia nuova. Al simbolo del potere mafioso, del lavoro ridotto allo sfruttamento, dello svilimento del benessere per tutti, si è sostituito un bene comune che parla di democrazia e partecipazione, di diritti e di opportunità condivise. Ma non solo! I campi di “E!state Liberi” che da oltre 10 anni, attorno ai beni confiscati, si stanno realizzando nella Piana, come pure le gite scolastiche e di gruppi di turismo sociale stanno dando la possibilità a migliaia di persone di sentirsi parte di queste esperienze, anche imparando a conoscere gli aspetti positivi del nostro territorio, spesso poco raccontati. Nello stesso tempo la presenza di persone provenienti da altre parti d’Italia diventa per la nostra gente, soprattutto per i giovani, motivo di incoraggiamento a continuare nel cammino intrapreso. Un altro ambito fondamentale di azione è quello della costante vicinanza e l’accompagnamento dei familiari delle vittime di mafia. Un impegno non indifferente è rivolto alla cura delle famiglie e dei figli dei mafiosi con la collaborazione ed il sostegno all’iniziativa “Liberi di scegliere”, ma soprattutto con l’inventarsi esperienze capaci di accogliere e coinvolgere i minori a rischio e quelli che già si trovano nel circuito penale. Ed infine la partecipazione al contrasto civile di vecchie e nuove sfide: dal caporalato, al racket dell’immigrazione, alla corruzione. Certo, la strada da percorrere è ancora difficile, lunga e tortuosa. Ma dalla nostra abbiamo entusiasmo, passione, coraggio. Non abbiamo ancora sconfitto la ndrangheta, ma certamente abbiamo vinto la paura. Cosa che in queste contrade non è da sottovalutare.

* referente Libera Piana di Gioia Tauro

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