Avvenire di Calabria

A nulla sono valsi i tentativi del Presidente del Consiglio regionale di ricucire gli strappi in Aula

Doppia preferenza di genere. Irto: «Pagina buia per la Calabria»

Federico Minniti

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Ieri, 15 aprile, è stato uno dei giorni più faticosi da quando siede sulla poltrona di Presidente del Consiglio regionale. Abbiamo raggiunto Nicola Irto, primo inquilino di Palazzo Campanella, 24 ore dopo la bocciatura della riforma elettorale che prevede l'introduzione della doppia preferenza di genere in Calabria a cui è seguito l'atto dimostrativo da parte del gruppo Fem.in che ha depositato un manichino di donna senza testa sulle scale della sede regionale di Reggio Calabria, gettando poi della vernice rosso sangue accanto allo stesso [SCOPRI I DETTAGLI]. «Un gesto forte, fuoriluogo e inaccettabile» è stato il commento di Irto all'episodio.

 
Doppia preferenza di genere, la Calabria rinvia ancora l'appuntamento con la «normalità».

Sono stato sempre favorevole alla doppia preferenza di genere e ho lavorato molto per ricucire gli strappi in Consiglio e avere una larga convergenza dei Gruppi: le riforme elettorali, infatti, non possono essere espressione soltanto della maggioranza. Personalmente sono orgoglioso di averla porta in Aula nella seduta di ieri perché, tra i vari ostruzionismi, c'era chi voleva boicottare persino la discussione in Consiglio Regionale: ovviamente mi dispiace moltissimo che non sia arrivata l'approvazione della maggioranza assoluta come lo Statuto prevede.

Un processo normativo che sembra rinviato a data da destinarsi.
 
Credo e ritengo che sia stata una pagina buia per la democrazia della Calabria. Purtroppo, in Italia, ci sono 6 regioni che non hanno la doppia preferenza di genere. Auspico che gli ultimi mesi di legislatura siano utili per far ravvedere alcuni gruppi consiliari che si sono completamente astenuti per provare a vincere tutti insieme questa battaglia di civiltà per la politica calabrese. I passi in avanti di un popolo si misurano anche da queste scelte che la classe dirigente deve avere la responsabilità di compiere.
Ma gli ostruzionismi in Aula non mancano, come superarli?
 
Mi rendo conto delle grandi difficoltà che ci sono: finalmente, infatti, abbiamo un elemento di chiarezza rispetto alle posizioni di ciascuno cristallizzando i favorevoli e i contrari a questa riforma. Purtroppo la giornata di ieri segna uno spartiacque. Io, secondo il mio ruolo e la mia coscienza, non mollo e continuerò a sostenere convintamente la doppia preferenza di genere sperando in un ravvedimento di quanti oggi presentano delle ostilità così aspre rispetto alla misura in discussione.
 
Fuori dal Consiglio, poi, è arrivata anche una rivendicazione "simbolica" da parte di un movimento femminista.
 
Un gesto forte, fuoriluogo e inaccettabile. Non solo per la gravità in sé: il vero problema è il messaggio diseducativo che si da soprattutto ai più giovani. Perché far percepire che tutto è concesso? Come si immagina di poter oltraggiare un Palazzo istituzionale, iper sorvegliato, durante la seduta della massima Assise democratica della Regione? Si tratta assolutamente di un atto vandalico che va condannato. Qì nessuno si sente offeso o in pericolo, la vera amarezza è che questa azione dimostrativa che è di pessimo gusto. Sull'episodio, inoltre, ringrazio il Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari che ha immediatamente convocato un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica a cui sono stato invitato.

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