
Cicloturismo: la Calabria incanta il raduno europeo BAM! 2025
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Alla conferenza Contro Ecomafie a Roma, Legambiente e Libera presentano i dati aggiornati sugli ecoreati in Italia: la Calabria è al primo posto per disastri ambientali accertati.
In Italia sono 6.979 i reati accertati da giugno 2015 a dicembre 2024, da quando è stata approvata la legge 68/2015 che ha introdotto i delitti ambientali nel Codice penale e riformato, in maniera significativa, il sistema sanzionatorio degli illeciti amministrativi e penali previsti nel Testo unico ambientale (D.Lgs 152/2006). La media è di un illecito penale ogni 3 verifiche effettuate.
Nel periodo preso in esame sono stati 21.169 i controlli effettuati, con 12.510 persone denunciate e 556 arresti. Il valore economico dei sequestri ammonta a 1,155 miliardi di euro.
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Il 40,5% dei reati accertati si concentra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Quest’ultima, settima nella classifica assoluta, è prima per numero di reati di disastro ambientale accertati, con 59 casi.
A scattare questa fotografia sono Legambiente e Libera, in occasione della Conferenza nazionale ControEcomafie, organizzata a Roma il 16 e 17 maggio 2025 presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, in collaborazione con la stessa università e l’associazione Casa Comune.
Dai dati raccolti, grazie alla collaborazione con tutte le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto, emerge che il reato più accertato è quello di inquinamento ambientale (art. 452 bis), con 5.506 controlli, 1.426 reati, 2.768 persone denunciate, 136 ordinanze di custodia cautelare e 626 sequestri, per un valore di oltre 380 milioni di euro.
Segue il reato di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies), con 964 reati, 2.711 denunce, 305 arresti e 475 sequestri, per un valore di oltre 168 milioni di euro.
Al terzo posto il reato di disastro ambientale (art. 452 quater), contestato 228 volte, con 737 persone denunciate, 100 ordinanze di custodia cautelare e 180 sequestri, per un valore di oltre 85 milioni di euro.
A seguire, tra i reati più rilevanti: Delitti colposi contro l’ambiente (art. 452 quinquies): 107 reati, 105 persone denunciate; Impedimento al controllo (art. 452 septies): 94 reati, 209 denunce; Omessa bonifica (art. 452 terdecies): 42 reati, 54 denunce; Morte o lesioni da inquinamento ambientale (art. 452 ter): 19 reati accertati.
La classifica nazionale delle regioni con più illeciti, costruita aggregando i dati relativi ai delitti ambientali e alle violazioni amministrative sanzionate dal Testo unico, vede al primo posto la Campania con 1.440 reati accertati, 4.178 controlli, 382 sequestri e un valore economico di oltre 209 milioni di euro.
Segue la Sardegna, con 726 reati e 1.627 persone denunciate, e la Puglia, con 540 reati accertati e 100 arresti. Lombardia (498 reati) e Sicilia (482) occupano il quarto e il quinto posto, con la Sicilia prima per valore economico dei sequestri (432,1 milioni di euro). Sesto posto per il Trentino-Alto Adige, con 374 reati registrati, in particolare grazie all’applicazione dell’art. 318-bis del Testo unico ambientale.
La Calabria, settima nella classifica generale, risulta essere la regione italiana con il maggior numero di contestazioni per disastro ambientale. Un dato che evidenzia la gravità delle situazioni ambientali nel territorio e l’urgente necessità di rafforzare prevenzione, controllo e repressione.
Dal 2015, la parte Sesta-bis del Testo unico ambientale ha rappresentato l’altro pilastro della legge 68. Da giugno 2015 a dicembre 2024 sono stati effettuati 11.156 controlli con 3.361 reati contestati, 4.245 persone denunciate, 3 ordinanze di custodia cautelare e 553 sequestri, per un valore totale di circa 160 milioni di euro.
Il meccanismo di estinzione dei reati, previsto dalla norma per le infrazioni meno gravi, ha visto 794 prescrizioni impartite e 510 adempimenti registrati. Complessivamente, tra il 2018 e il 2024, sono state emesse 8.092 prescrizioni per emissioni in atmosfera, rifiuti, scarichi e autorizzazioni ambientali, con 5.893 ottemperanze e 2.690 ammissioni a pagamento.
Secondo Legambiente e Libera, la legge ha permesso di decongestionare il sistema giudiziario e di incassare oltre 33 milioni di euro, destinati al rafforzamento del Sistema nazionale per la protezione ambientale e alle Agenzie regionali e provinciali. I risultati di questi anni sono pubblicati annualmente nel Rapporto Ecomafia curato da Legambiente e ISPRA.
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