Sport e palestre: la Calabria agli ultimi posti per indice di sportività
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di Bruno Demasi - Bullismo e cyberbullismo, frutti velenosi di una società malata, di un istituto familiare che rifiuta spesso i valori della sobrietà e della chiarezza per rifugiarsi nelle mille vetrine dell’apparire ad ogni costo di cui ormai i social e i media tradizionali traboccano.
Frutti, a maggior ragione detestabili, in una realtà meridionale per molti versi impastata di mentalità mafiosa, anche in contesti apparentemente immuni, dentro la quale il bullismo e il cyberbullismo, di per sé pericolosissimi, assumono connotazioni paradossali: ricerca della supremazia nel gruppo, culto interessato della personalità del dritto di turno, in ultima analisi strumento per perseguire bassi interessi individuali. Un’analisi avvincente voluta dal Cam- pus Scolastico “San Vincenzo de’ Paoli” di Reggio Calabria, diretto da Bruno Demasi, con interventi esaustivi e serrati di Antonio Marziale, garante per i diritti dell’Infanzia, del direttore della Polizia Postale, Vincenzo Cimino e dell’ispettore Antonio Battaglia, del consigliere metropolitano, Edoardo Lamberti Castronovo, dell’assessore comunale alla pubblica Istruzione Anna Nucera e introdotta magistralmente da Maria Spanò, docente della scuola, che, accompagnata al pianoforte e con il canto dal maestro Nicholas Mauro, ha proposto il monologo “Mi Chiamo Giancarlo Catino”, chiave di lettura assai incisiva di un fenomeno ormai dilagante anche in città.
Nel contesto della serata, proprio come antidoto migliore a ogni forma di bullismo e di prevaricazione, il numeroso pubblico intervenuto nel teatro “Nemesia Valle” ha potuto applaudire, con la guida sapiente del maestro Antonio Barresi e della cantante Carolina Scopelliti, l’esibizione musicale dei ragazzi del Campus che insieme a vari alunni provenienti da altre scuole cittadine hanno partecipato al Concorso/Stage “Il futuro che vorrei”, condotto con rara passione educativa dai professori Stefania Chirico, Roberta Illuminato e Alessandro Milardi.
Sul tema del bullismo incisivi, come detto, gli interventi del sociologo Antonio Marziale, da sempre in prima linea rispetto ai diritti dei minori, ancor più da quanto ricopre la figura istituzionale di Garante per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza per la Regione Calabria. «Ma voi quando avete preso la patente, avete fatto scuola guida? – interroga la platea Marziale – e allora perché mai non si dovrebbe introdurre l’obbligatorietà dell’insegnamento dell’educazione ai media per i nostri ragazzi? Bisogna entrare in quelle dinamiche di relazione che si instaurano tra social network e ragazzo, per far comprendere loro le insidie reali che si celano dietro strumenti pensati “a fin di bene”».
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