
Ecojazz 2025: un viaggio musicale dall’alba al tramonto
Dall’alba al tramonto, dalla Calabria a Cuba e al Kurdistan, Ecojazz 2025 promette di essere
Con l’arrivo delle prime ondate di calore, la Calabria è nuovamente travolta da una grave emergenza incendi, che sta colpendo vaste aree del territorio regionale. Ma non è solo colpa del caldo: è spesso l’alibi di ecocriminali che approfittano dei mesi estivi per portare avanti i loro affari illeciti. Incessante da mesi il lavoro dei vigili del fuoco, con episodi particolarmente preoccupanti come quello avvenuto a Cassano allo Ionio, dove le fiamme hanno sfiorato una RSA, costringendo all’evacuazione preventiva di dieci persone.
Interventi sono stati registrati anche lungo l’autostrada A2 del Mediterraneo, in particolare a Tarsia, dove incendi di arbusti e macchia mediterranea hanno causato seri disagi alla viabilità.
Il fenomeno, nell'ultima settimana, ha interessato tutta la Calabria: ad Amendolara, nello Ionio Cosentino, un vasto incendio ha circondato il paese per ore, mentre nella sola giornata del 29 giugno 2025 si sono contati 107 incendi boschivi in tutta la regione. Anche la Locride è stata colpita, con un rogo che ha devastato le colline fra Roccella Jonica e Caulonia, minacciando case e infrastrutture.
L’emergenza si ripete ogni estate, segno di una Calabria ancora impreparata sul fronte della prevenzione, nonostante gli sforzi messi in campo. La Regione ha avviato il nuovo Piano AIB 2025, annunciando una politica di “tolleranza zero” con l’uso di droni e satelliti per il monitoraggio del territorio.
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Questi strumenti tecnologici, che negli anni passati hanno permesso l’identificazione di diversi piromani, non hanno però determinato una riduzione significativa del fenomeno perché, come denunciano le associazioni, resta insufficiente la gestione forestale e la manutenzione ordinaria del territorio, elementi chiave nella prevenzione del rischio incendi.
I dati del Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente sono eloquenti: la Calabria è al terzo posto in Italia per reati legati agli incendi boschivi e di vegetazione, con 445 reati accertati, 369 incendi registrati, 13 persone denunciate, 4 sequestri, 335 illeciti amministrativi e 371 sanzioni. Fra le province, Cosenza guida la classifica nazionale con 257 reati e 108 illeciti amministrativi, seguita da Crotone al tredicesimo posto e Catanzaro al diciassettesimo. Nelle prossime settimane è attesa la pubblicazione del Rapporto Ecomafia 2025, che aggiornerà un quadro già drammatico.
«La nostra associazione – dichiarano Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, e Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette di Legambiente – ribadisce l’urgenza di un cambio di rotta. Gli incendi sono un fenomeno aggravato dalla crisi climatica, con ondate di calore sempre più intense e periodi di siccità prolungata, ma anche da scelte politiche inadeguate, ritardi e assenza di una prevenzione strutturata. Non si può più puntare solo sulla gestione dell’emergenza: servono politiche di buona gestione forestale, mappatura delle aree percorse dal fuoco, imposizione dei vincoli previsti dalla legge quadro sugli incendi boschivi, presidio del territorio e rafforzamento della sicurezza per le comunità nelle aree interne e montane».
«La tecnologia, da sola, non basta – continuano Parretta e Nicoletti – se non è accompagnata da investimenti strutturali, responsabilizzazione dei cittadini, controlli efficaci, repressione severa dei reati e una regia politica forte. Troppo spesso, inoltre, gli incendi sono legati a interessi criminali, come dimostrato dalle inchieste della magistratura che hanno evidenziato il coinvolgimento della ’ndrangheta nel business illecito della gestione dei boschi e dei pascoli abusivi».
Per affrontare in modo efficace il fenomeno, Legambiente rilancia le dieci proposte operative già presentate lo scorso anno, che spaziano dalla gestione integrata del rischio incendio alla pianificazione forestale e urbanistica, fino al rafforzamento delle pene, al pascolo controllato come misura preventiva e alla ricostituzione ecologica post-incendio.
La Calabria, conclude Legambiente, non può e non deve farsi trovare impreparata: è necessaria una visione lungimirante, risorse adeguate e una forte volontà politica per scongiurare disastri che rischiano di diventare strutturali con l’aggravarsi della crisi climatica.
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