
La “Notte Europea della Ricerca 2023” a Reggio Calabria arriva in centro città
Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento che vede coinvolti anche gli atenei italiani. L’Università Mediterranea partecipa alla giornata di festa.
L’esperimento della "Mediterranea", drone a idrogeno: tentativo riuscito. Tra le possibilità illustrate dall'accademia reggina c'è anche l'utilizzo dell'idrogeno per "convertire" il carbon fossile nei trasporti. Una prima esperienza è stata testata di concerto con diverse realtà di ricerca del Paese dall'equipe guidata da Matilde Pietrafesa.
Accanto alla produzione elettrica e termica, c’è un altro settore che necessita un cambiamento radicale dal fossile al rinnovabile - e ci stiamo riferendo a quello dei trasporti.
Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
L’Università Mediterranea di Reggio Calabria sta portando avanti una sperimentazione sullo sfruttamento dell’idrogeno proprio per queste finalità. Il primo test è arrivato dalla costruzione di un prototipo di drone a idrogeno sul quale, entro la fine di marzo, saranno presentati i risultati scientifici ottenuti.
Tutta nasce da un’esigenza dell’aeroporto di Catania e degli effetti della nube eruttiva dell’Etna. Alla base dello sviluppo del prototipo ci sono le fuel cells, cioè pile a combustibile alimentata a idrogeno.
PER APPROFONDIRE: Energie rinnovabili, Pietrafesa (Unirc): «Unica via percorribile»
«Al momento stiamo testando un modellino in scala che è stato collaudato fino a una quota di 120 metri» ci spiega Matilde Pietrafesa, ordinario dell’Università reggina. «Stiamo lavorando per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie per poterci spingere ad alta quota». Una novità in termini di energie rinnovabili made in Calabria.
Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento che vede coinvolti anche gli atenei italiani. L’Università Mediterranea partecipa alla giornata di festa.
Il progetto PLAS (acronimo inglese che significa “Pastorizia e Sostenibilità del Paesaggio”) dell’Università di Newcastle
Gom e Unirc insieme. Le attività di ricerca hanno come fine la misura oggettiva del dolore attraverso la definizione di nuovi modelli diagnostici mediante termografia.