Avvenire di Calabria

Oggi si festeggiano i primi 75 anni della Repubblica Italiana. Il presidente sceglie Famiglia Cristiana per commentarli

Festa della Repubblica, Mattarella: «Solidarietà “vincolo reciproco” nella cittadinanza»

di Redazione Web

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«La Repubblica è stata un formidabile strumento di civiltà. Ed è un cantiere impegnato a progettare il futuro. Protagonisti ne sono e devono esserne, come è fondamentale in un sistema democratico, i cittadini». Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, affida a Famiglia Cristiana, che la pubblica nel numero in edicola da giovedì 27 maggio, un’approfondita riflessione sul referendum istituzionale svoltosi 75 anni fa, sul cammino fin qui percorso e sulle nuove sfide che ci attendono. Il suo articolato intervento apre un ampio dossier sull'importante anniversario che contiene le analisi del gesuita padre Giovanni Sale, dello storico Agostino Giovagnoli, dell'ex ministro Rosy Bindi e del sociologo Mauro Magatti. 


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«Il 2 giugno 1946 fu un punto di svolta», scrive il Presidente: «dopo gli orrori del fascismo e del nazismo che avevano voluto la guerra, l’Italia pose le basi di un ordinamento democratico, che assumeva come proprio orizzonte gli ideali coltivati nella lotta di Liberazione e le speranze diffuse di pace».

«Il primato della persona», prosegue Sergio Mattarella, «la piena libertà (“non solo individuale ma sociale”, come ebbe a dire Aldo Moro), l’uguaglianza formale e sostanziale, la giustizia come dovere delle istituzioni pubbliche, la solidarietà come vincolo reciproco nella cittadinanza. Questi principi, che nella vicenda nazionale non erano mai riusciti davvero a comporsi in un quadro convincente, ebbero successo con la Repubblica e con il percorso costituente, che allora cominciò».

«Il referendum del 2 giugno aprì una nuova fase», osserva ancora il Capo dello Stato, «dando avvio a un momento storico di ricomposizione. Anzitutto ricomposizione dell’unità nei diritti e nei doveri. Nel 1946 votarono per la prima volta, in tutta Italia, le donne. Con la Repubblica avvenne inoltre qualcosa di significativo nel profondo nell’animo del Paese: la ricostruzione dell’identità della nazione italiana».

Quel passaggio epocale che ci ha consegnato «libertà e democrazia vitalmente connesse con il pluralismo» ha permesso al nostro Paese di superare indenne le varie tempeste che si sono abbattute. «Il passaggio alla Repubblica», sottolinea Mattarella, «favorì una crescente coesione, rese la società civile e le sue energie sociali, morali, culturali, protagoniste e decisive anche nei tornanti più difficili e insidiosi della nostra storia recente. L’attacco portato dal terrorismo alle giovani istituzioni repubblicane fu battuto proprio grazie alla responsabilità maturata nei cittadini, nei corpi intermedi, nei ceti intellettuali, tra i giovani, nelle istituzioni. I drammatici disastri naturali che hanno colpito in questi decenni i nostri territori hanno messo in luce la capacità del popolo italiano di riprendersi dalle avversità e ricominciare. Il progresso realizzato dall’Italia in questi settantacinque anni è stato straordinario: promosso lo sviluppo, sconfitto l’analfabetismo, debellate diffuse e insidiose malattie sociali, riconosciuti i diritti sui luoghi di lavoro, creato un sistema di sicurezza sociale che consente ai cittadini di trovare sostegno anche di fronte a dure avversità. Grazie alla Costituzione la nostra Repubblica ha sviluppato un’etica civile in grado di temperare, in nome del bene comune, gli inevitabili conflitti tra interessi che attraversano ogni società, portando alla liberazione delle energie presenti nella comunità». 

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