Avvenire di Calabria

Venerdì 25 novembre si celebra la giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Giornata contro la violenza sulle donne, il monito sempre attuale del Papa

Alla vigilia dell'appuntamento risuonano attuali le parole del Santo Padre: «Ferire una donna è oltraggiare Dio»

di Redazione Web

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Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. «Ferire una donna è oltraggiare Dio». In vista delle celebrazioni di domani, risuonano come un rinnovato monito le parole che papa Francesco ha pronunciato nell'omelia, in occasione della messa del primo gennaio scorso, solennità di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata mondiale della Pace.

«Quanta violenza c'è nei confronti delle donne, basta. Ferire una donna è oltraggiare Dio, che da una donna ha preso l'umanità, non da un angelo», così il Santo Padre in occasione della prima messa dell'anno, nel dedicare il 2022 alle donne vittime di abusi e soprusi.

«Troppo spesso le donne sono offese, maltrattate, violentate, indotte a prostituirsi… Se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra, dobbiamo tutti fare molto di più per la dignità di ogni donna», aveva detto, ancora il Santo Padre, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne di un anno fa.


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«Le varie forme di maltrattamento che subiscono molte donne - ancora papa Francesco - sono una vigliaccheria e un degrado per gli uomini e per tutta l’umanità. Non possiamo guardare dall’altra parte. Le donne vittime di violenza devono essere protette dalla società».

Francesco: «Basta strumentalizzazioni della donna»

Molto spesso il Pontefice ha condannato la violenza e la strumentalizzazione della donna, richiamando la sua dignità al pari dell’uomo e il suo diritto a contare nella Chiesa e nella società. È interessante quanto si legge nel capitolo 6 dell'enciclica Amoris Laetitia, dedicata alla bellezza del matrimonio.


PER APPROFONDIRE: Violenza di genere, la mamma ferita: «Così sono rinata»


All’articolo 241 dell'enciclica si legge: «In alcuni casi, la considerazione della propria dignità e del bene dei figli impone di porre un limite fermo alle pretese eccessive dell’altro, a una grande ingiustizia, alla violenza o a una mancanza di rispetto diventata cronica. Bisogna riconoscere che ci sono casi in cui la separazione è inevitabile. A volte può diventare persino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarre il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall’avvilimento e dallo sfruttamento, dall’estraneità e dall’indifferenza».

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