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Domenica 17 novembre si celebra l’8ª edizione della Giornata mondiale dei poveri, un appuntamento voluto da papa Francesco e ormai radicato anche nella diocesi di Reggio Calabria - Bova. L’arcivescovo metropolita e presidente della Cec, monsignor Fortunato Morrone, ha voluto indirizzare un messaggio alla comunità diocesana, richiamando l’attenzione sul valore di questa giornata e sull’importanza di un impegno costante verso i più deboli.
Monsignor Morrone, che al momento si trova a Roma per l’assemblea sinodale dei vescovi, sottolinea nel suo messaggio il valore della preghiera dei poveri, richiamando le parole del Siracide: «La preghiera del povero sale fino a Dio». Questo versetto, ricorda il presule, «dà il senso dell'8ª edizione della Giornata mondiale dei poveri, voluta da papa Francesco e che sarà celebrata il 17 novembre, cioè domenica prossima». Morrone ricorda il significato di questa iniziativa, nata nel 2017, come parte dell’invito del Papa a una Chiesa che "esce dai propri recinti".
«Un impianto pastorale - spiega ancora il vescovo Fortunato - che troviamo nell'Evangelii Gaudium, cioè una Chiesa chiamata a uscire dai propri recinti, se così possiamo dire, dalle proprie strutture. Strutture che tante volte ci proteggono in qualche modo, che ci danno sicurezza, in cui celebriamo i nostri riti, facciamo anche delle cose belle, ma da cui facciamo fatica a uscire».
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Prosegue il presule: «Ma questa volta l'uscita è per incontrare tutte quelle povertà che certamente noi conosciamo, a cominciare da quelle della porta accanto. Povertà di ogni genere: materiali, economiche, affettive, relazionali… che noi vediamo, non campate in aria, ma nei volti. Nei volti delle persone che bussano alle nostre parrocchie».
L’arcivescovo, a tal proposito, esprime profonda gratitudine per la tradizione della diocesi di Reggio Calabria nell’"uscita" verso gli ultimi: «Grazie a Dio, la nostra arcidiocesi ha una bella tradizione in questa uscita, prima ancora che il Papa ci invitasse a questo». In fondo, «a pensarci bene - evidenzia Morrone - è la missione di Gesù: "andate e portate il Vangelo"». Ciò significa, continua il presule, che «siamo chiamati a essere presenza di Dio per coloro che si trovano ad affrontare tutte le povertà possibili e immaginabili».
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L’arcivescovo nel ricordare il programma della Caritas diocesana per la Giornata mondiale dei poveri che «culmina proprio domenica 17», coglie l'occasione, inoltre, per rendere «grazie al Signore per tutto ciò che le singole Caritas parrocchiali stanno facendo, soprattutto nel silenzio». E aggiunge: «Nel povero si riflette il Dio che mendica, che bussa al nostro cuore, ma è un Dio che è anche, come ci ha ricordato papa Francesco, "impaziente". È impaziente perché chiede giustizia. Ecco perché la preghiera del povero attraversa le nubi. Preghiera che in qualche modo ritroviamo anche in Maria Santissima: "ha abbattuto i potenti dai troni, coloro che vivono nell'agiatezza del proprio ego o nelle ricchezze di ogni genere e si dimenticano completamente di coloro che bussano alla propria porta"». Da qui l'impazienza e l'invito del Signore: «Chiede a ciascuno di noi di essere il suo segno, la sua luce, la sua vicinanza».
La Giornata mondiale dei poveri ricorda proprio questo: «quanto già si sta facendo nella nostra diocesi, che è sempre poco rispetto alla totalità dei bisogni», conclude monsignor Morrone, invitando ciascuno a essere "strumento del Padre". «Certo, bisogna essere organizzati; la speranza si organizza, che è il tema, in fondo, del Giubileo. Ma c'è tanta gente, tante persone, forse anche non direttamente credenti, che si fanno vicini, prossimi a chi è nel bisogno. E allora siamo invitati anche con la preghiera a essere attenti a coloro che in nome di Dio ci dicono: "In nome di Dio aiutami, non lasciarmi solo, dammi una mano", e così noi diamo una mano a Dio per essere il Padre di tutti, il Padre della Provvidenza».
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