Un momento di raccoglimento per ricordare insieme le vittime del Covid - 19 e della guerra in Ucraina.
La Conferenza episcopale italiana ha aderito all'iniziativa promossa dalla Ccee, il Consiglio delle Conferenze episcopali europee. L'invito è rivolto, dunque, a tutte le diocesi d'Italia affinché, nella giornata di oggi, i fedeli preghino in modo particolare per i morti delle due tragedie del momento, ancora in corso: la guerra e il Covid.
Una invito a cui ha risposto anche l'arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova. Alle 18, in Cattedrale, l'arcivescovo monsignor Fortunato Morrone - in unione con tutte le Chiese europee e italiane, presiederà una Santa Messa, durante la quale sarà invocata la Pace e si pregherà per le vittime causate dalla guerra e dalla pandemia.
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Oggi è infatti la “Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19”. Una data simbolo che richiama alla mente una delle immagini più drammatiche della pandemia. La fila interminabile di camionette dell’Esercito italiano con a boro le bare che il cimitero di Bergamo non era più in grado di accogliere.
La preghiera per la pace in Ucraina e le vittime del Covid della Cei
«Oggi è la giornata internazionale per le vittime del Covid. Celebriamo con questo ricordo, presentando a Dio tutta la nostra umanità. Lo facciamo unendoci con la preghiera (per la Pace, ndr) che dal mercoledì delle ceneri sta attraversando tutta l’Europa; da paese a paese, da Conferenza episcopale a Conferenza episcopale, da altare ad altare». Sono queste le parole con le quali monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, ha iniziato la predica della messa celebrata stamattina nella cappella della Cei a Roma, rispondendo all’invito della presidenza della Ccee.
«Siamo sulla stessa barca ci ha ricordato il Padre, spesso anche noi abbiamo ripetuto che ci salviamo insieme, solo insieme. E salvarsi, lo sappiamo bene, non significa solo scampare la morte. Significa - ancora le parole di Russo - cercare di conservare l’umanità in mezzo alle tante sofferenze che i nostri occhi vedono e questo potrà avvenire solo stando insieme, camminando insieme, anche guardando insieme al volto e al cuore di una Chiesa chiamata ad un continuo rinnovamento».
Monsignor Russo ha ricordato nel suo discorso l’impegno della Chiesa italiana nel cammino sinodale che l’accompagnerà fino al 2023. Un’occasione per sfruttare la possibilità di rinnovamento. «Abbiamo pregato con la colletta "donaci di essere intimamente purificati dall’impegno penitenziale della Quaresima, per giungere alla Pasqua intimamente trasformati"».
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«Occorre chiedere a Dio il dono di essere purificati dall’interno, nelle parti più profonde della nostra vita, se vogliamo davvero fare un cammino. Mi vado convincendo sempre più - ha concluso il segretario generale della Cei - che il cammino insieme parta proprio da questa purificazione intima di ciascuno, prima ancora che da qualche capacità organizzativa. Si tratta di avere una nuova postura per provare a metterci in cammino».