Avvenire di Calabria

Un lungo percorso di formazione-informazione prima di lanciare sul territorio un'iniziativa per sensibilizzare la cittadinanza villese

Gli scout di Villa San Giovanni fondano un presidio di Libera: il 22 giugno l’apertura con don Ciotti

In questi mesi si sono moltiplicati gli appuntamenti per conoscere più da vicino l'associazione antimafia fondata da don Ciotti

di Redazione Web

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Hanno deciso di metterci la faccia contro la 'ndrangheta. Sono i ragazzi del Clan Lybra del gruppo Scout Agesci Villa San Giovanni 2 che hanno scritto alla nostra redazione per raccontare la loro esperienza che li porterà il 22 giugno a ospitare don Luigi Ciotti, fondatore dell'associazione antimafia, che aprirà idealmente il nuovo presidio di Libera nella cittadina dello Stretto. «Nel corso dell’ultimo anno abbiamo scelto di essere promotori dell’apertura di un presidio Libera nel nostro comune. La nostra terra, la Calabria, una terra di cultura e bellezze naturali, da decenni è vittima della morsa oppressiva delle organizzazioni mafiose ed in particolare della ‘ndrangheta. Col tempo abbiamo maturato una consapevolezza tale da impedirci di rimanere indifferenti dinnanzi a questo fenomeno che tanto a fondo si è radicato nelle nostre vite, quasi da non permetterci di riconoscere più il “marciume” che lo caratterizza. Abbiamo dunque intrapreso un percorso per tramutare la nostra rabbia in intraprendenza e iniziare a combattere l’odio e la violenza con la conoscenza e la sensibilizzazione», scrivono i ragazzi dell'Agesci.

«Un primo passo - si legge nella nota del Clan Lybra - è stato quello di collaborare con Libera nella redazione di numerosi articoli riguardanti le vittime di attentati mafiosi che ancora non hanno trovato giustizia; è probabilmente in questa fase del nostro percorso che l’idea di intraprendere un capitolo sul fenomeno mafioso si è radicata nella nostra mente. Durante la fase di progettazione, che si è sviluppata interamente durante il primo lockdown, abbiamo voluto raccogliere le opinioni dei nostri concittadini riguardo il tema che avevamo scelto. Abbiamo somministrato oltre trecento questionari suddivisi per fasce d’età; la risposta corale e la grande partecipazione da parte della cittadinanza hanno rappresentato uno stimolo importante e una conferma dell’importanza del nostro lavoro, che ha raccolto numerosi riscontri positivi. È stata una gioia profonda leggere dalle risposte che la nostra gente coltiva il nostro stesso ardore, anche se molti provano un senso di impotenza tipico di chi, anche volendo, non ritiene di avere i mezzi necessari per cambiare le cose».

«Il nostro percorso è proseguito con una lunga fase di informazione. La prima figura che abbiamo avuto l’onore di incontrare è stata quella del presidente della sezione distrettuale di Reggio Calabria dell’Associazione nazionale magistrati, Antonino Laganà. Con grande umiltà e pazienza ci ha fatto dono di numerosi consigli e nozioni sulla legalità, facendo nascere in noi l’idea di aprire un presidio di Libera nella nostra città. Abbiamo dunque cominciato a formarci con l’assemblea territoriale di Libera Reggio Calabria; i referenti provinciali hanno iniziato a prepararci sotto diversi punti di vista, illustrandoci durante le riunioni gli aspetti più cruciali delle tematiche che avremmo affrontato. Inoltre, durante questi incontri, abbiamo avuto l’occasione di ascoltare le parole di numerosi professionisti ed esperti e le testimonianze di alcuni soggetti che quotidianamente fronteggiano il fenomeno mafioso» proseguono i ragazzi.

«La nostra motivazione è cresciuta col passare delle settimane e la voglia di addentrarci sempre più nel tema della lotta alle mafie ci ha portati a progettare una route di servizio presso il Centro polifunzionale “padre Pino Puglisi” di Polistena (RC), in collaborazione con la cooperativa “Valle del Marro” che da anni si oppone ai soprusi della ‘ndrangheta nel territorio della “Piana”. Durante la route - spiegano gli scout villesi - abbiamo avuto modo di apprendere la storia della ‘ndrangheta nella nostra terra, abbiamo potuto toccare con mano le realtà che da decenni si ribellano alle mafie, abbiamo camminato in luoghi ricolmi di dolore, nei quali nel silenzio si potevano udire le urla degli innocenti. Abbiamo posato le mani sulla terra che un tempo apparteneva ai boss mafiosi e che oggi dopo essere stata confiscata viene messa al servizio della comunità e, infine, abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con uomini e donne coraggiosi, quali Domenico Fazzari, presidente della Valle del Marro, Stefania Grasso, figlia di una vittima di un attentato mafioso e Michele Albanese, giornalista che da anni vive sotto-scorta per via dei suoi articoli».

«Noi come clan Lybra ci lanceremo in questa nuova avventura come protagonisti attivi. Riguardo la nostra missione abbiamo deciso di concentrarci prettamente su tre ambiti di azione: memoria, promuovendo incontri con familiari e parenti delle vittime e lavorando alla redazione di un archivio di storie di vittime di ‘ndrangheta; beni confiscati, impegnandoci ad essere ben informati circa le liste e la loro ridistribuzione, sollecitando il comune e gli enti di competenza a mettere a disposizione della comunità queste strutture dando così un senso anche alla loro confisca; sensibilizzazione, promuovendo incontri nelle scuole di diverso ordine e grado e nei centri di cultura e collaborando con la giunta comunale e il direttivo provinciale e regionale di Libera per fare informazione e coinvolgere i giovani il più possibile, combattendo il fenomeno ed educando le generazioni future. Il presidio di Villa San Giovanni non è del clan Lybra, ma di tutti i cittadini, noi siamo solo i promotori oltre che volenterosi e determinati. Contiamo di essere affiancati da sempre più persone che, come noi, siano mosse dall’ardore di fare qualcosa di bello e concreto per la propria terra, affinché quest’entusiasmo non si esaurisca nel breve termine, ma perduri e si trasmetta da cuore a cuore» concludono dall'Agesci.

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