Minori e sport, in Calabria servono più palestre scolastiche
In Italia, la questione dell’accesso allo sport e alle attività fisiche tra i giovani presenta sfaccettature complesse e profonde. Emblematico il “caso” Calabria.
La Calabria detiene il record nazionale per percentuale di mortalità causata dall’abuso di alcol. Tutto ciò diventa ancora più allarmante se si pensa che i soggetti più a rischio sono proprio i giovani tra gli 11 e i 17 anni. Dati come questi, uniti alle innumerevoli criticità che si presentano giornalmente nei reparti ospedalieri, hanno motivato l’associazione Attendiamoci Onlus a scendere in campo con un’attività di prevenzione fatta dai giovani e per i giovani. “Medici di frontiera” è un progetto di informazione e prevenzione che l’associazione, fondata e curata da don Valerio Chiovaro, promuove e porta avanti grazie all’impegno e alla dedizione di numerosi giovani professionisti medici, paramedici, psicologi e operatori sanitari che esercitano come attività volontaristica l’arte medica. Tutto questo occupandosi, secondo un principio di etica cristiana, della cura olistica della persona con particolare attenzione a saper cogliere e gestire le condizioni di frontiera esistenziale che spesso coincidono con l’evoluzione dinamica delle persone e comportano uno stato di confusione e disagio.
Grande spazio viene dato alla medicina preventiva, intesa come processo chiaro di consapevolezza della bellezza del «tessuto organico e funzionale» della persona e che rimane dentro un forte impulso educativo rivolto ai giovani.
Tra gli obiettivi principali dei “Medici di frontiera”, trova un posto primario il proposito di debellare le abitudini voluttuarie dei giovani e stimolare la consapevolezza dei rischi e delle responsabilità che conseguono alle diverse dipendenze. Questo parte dalla ferma convinzione che solo con la giusta informazione si è davvero consapevoli e capaci di fare delle scelte libere, motivo per cui, da due anni, i nostri giovani medici tengono conferenze nelle diverse scuole di Reggio Calabria per spiegare le conseguenze delle dipendenze sull’organismo e rispondono ad ogni dubbio posto dagli studenti non solo tra i banchi di scuola ma anche effettuando una sorta di “sportello amico” a cui i ragazzi possono liberamente accedere tramite email o pagina facebook.
“Se gira la testa non gira la vita” è il titolo di uno degli incontri organizzati e ha come tema centrale proprio l’uso e l’abuso di alcol. Federica Altavilla, giovane dottoressa, descrive così il modello educativo applicato: «Abbiamo provato a trattare questo argomento più da fratelli maggiori che da medici, illustrando ai ragazzi le gravi conseguenze sia acute (per esempio l’intossicazione acuta e il coma etilico), che croniche (con coinvolgimento del sistema nervoso centrale, del sistema emopoietico, cardio– vascolare, riproduttivo, dell’apparato gastro–intestinale ecc)». «Infine – racconta Martina Sarica, medico e coordinatore del progetto “Medici di Frontiera” – confrontandoci con gli studenti abbiamo notato come i contesti in cui l’alcol è più diffuso sono ambienti legati al divertimento e al tempo libero (come discoteche e locali pubblici), luoghi nei quali spesso sono indotti a rifugiarsi a causa dei pochi stimoli sani presenti sul territorio. L’abuso di alcol tra i giovani è quindi un problema sociale, e come tale deve essere affrontato, anche offrendo ai ragazzi un’alternativa valida di divertimento e questo Attendiamoci lo sa bene e da più di 16 anni organizza diverse occasioni ed eventi culturali e di aggregazione per educare i giovani ad uno stile di vita sano»
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