Con voce ferma e solenne, il cardinale protodiacono ha annunciato al mondo il nome del nuovo Pontefice. Pochi istanti dopo, il nuovo Papa si è affacciato sulla loggia centrale della Basilica di San Pietro per la prima benedizione “Urbi et Orbi”. È il 267° successore di Pietro.
Nel tardo pomeriggio di giovedì 8maggio, piazza San Pietro gremita ha accolto con commozione le parole pronunciate dal cardinale protodiacono: «Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum Dominum, Dominum Robertum Franciscum, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Robert Francis Prevost, qui sibi nomen imposuit Leonem XIV».
È il momento più atteso da milioni di fedeli: l’elezione di un nuovo Vescovo di Roma e capo della Chiesa universale. La scelta è caduta sul cardinale Robert Francis Prevost.
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Dal balcone centrale della Basilica di San Pietro, Papa Leone XIV ha salutato i fedeli e impartito la sua prima benedizione “Urbi et Orbi”, manifestando nel volto la commozione di un momento carico di responsabilità e speranza. «La pace sia con voi», le prime parole del nuovo Pontefice uscendo dal loggione centrale della Basilica di San Pietro.
È il primo Papa statunitense della storia e succede a un pontificato che ha profondamente segnato il volto della Chiesa del nostro tempo.
Nato a Chicago nel 1955, agostiniano, Robert Francis Prevost è stato prefetto del Dicastero per i vescovi ed è stato creato cardinale da papa Francesco. La sua formazione teologica e pastorale si è sviluppata tra gli Stati Uniti, il Perù e Roma, dove ha servito la Chiesa con competenza e discrezione.
Con il nome di Leone XIV, si inserisce nel solco di una tradizione antica: l’ultimo Papa a portare questo nome fu Leone XIII, noto per l’enciclica Rerum Novarum.
Ora il nuovo Pontefice è chiamato a guidare la Chiesa universale in un tempo segnato da sfide globali, cercando di coniugare verità e carità, tradizione e ascolto, annuncio e dialogo.
In un articolo apparso nel settembre del 1960 sul supplemento del settimanale diocesano, l’intellettuale laica propone un ritratto spirituale e culturale dell’indimenticato vescovo, ancora oggi capace di parlare alla Chiesa e alla società.
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