Avvenire di Calabria

"Abbattete il muro del silenzio": l'appello per la liberazione della giovanissima cristiana nigeriana, catturata nel 2018 dai terroristi

Il pastore ad Acs: «Invocate il rilascio di Leah Sharibu!»

Redazione Web

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Leah Sharibu, giovanissima cristiana nigeriana, è stata catturata dall’ISWAP (Islamic State in West Africa Province), una fazione riconducibile al gruppo terroristico islamista Boko Haram, il 19 febbraio 2018, esattamente tre anni fa. La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha intervistato il reverendo Gideon Para-Mallam, missionario protestante e presidente della Para-Mallam Peace Foundation, il quale è costantemente in contatto con la famiglia della ragazza. «Leah è stata sequestrata alla tenera età di 14 anni» e ha passato fra le mani dei rapitori il suo diciassettesimo compleanno, il 17 maggio 2020. «Perché il mondo resta inerte e guarda mentre lei rimane ingiustamente prigioniera? Abbattete il muro del silenzio e invocate il rilascio di Leah Sharibu!», ha esclamato il pastore. Secondo le informazioni attualmente disponibili la ragazza sarebbe ancora viva. «Leah è stata vista dalla madre Rebecca a fine gennaio 2018» in una scuola «a Dapchi, Stato di Yobe, Nel Nord Est», ricorda il missionario. «Lo Stato di Yobe è ritenuto il luogo di formazione di Boko Haram e ora, insieme allo Stato di Borno, un epicentro delle sue operazioni. Tuttavia, dal 19 febbraio 2018, quando l’ISWAP ha invaso la scuola e sequestrato 110 ragazze insieme a Leah Sharibu, quest’ultima non è stata più vista da alcuno dei suoi parenti. Un mese dopo, quando tutte le 110 ragazze sono state liberate», prosegue il reverendo Para-Mallam, «Leah è stata trattenuta perché ha rifiutato di rinunciare alla sua fede in Cristo». A fine ottobre 2018 i rapitori hanno comunicato che Leah e altre come Alice Ngaddah, operatrice umanitaria UNICEF, sarebbero state schiave a vita e, di conseguenza, sarebbero diventate le mogli di alcuni loro comandanti. Il reverendo Para-Mallam ha poi commentato alcune notizie circa la presunta conversione di Leah all’Islam. «Un testimone oculare mi ha confermato questa voce, ma io ho posto una semplice domanda: questa sarebbe una conversione volontaria o forzata? Conversioni coatte all’Islam durante il sequestro dovrebbero essere considerate alla stregua di conversioni volontarie? Non dimentichiamo che Leah è stata trattenuta perché alla tenera età di 14 anni ha deciso di restare fedele alla sua fede cristiana». Non dobbiamo dimenticare neanche gli altri prigionieri ignorati dal mondo: «prego per Leah e altri come Alice Ngaddah, Grace Tuka, Lillian Daniel Gyang, il pastore Lawrence Zongo e altre due donne, tutti cristiani e tutti prigionieri sconosciuti». Il missionario si è poi rivolto a benefattori e amici di ACS. «Sostenete concretamente la famiglia di Leah come potete. Esigete dal vostro governo che usi il suo potere e i canali diplomatici per portare la questione all’attenzione del nostro presidente e delle altre strutture di potere rilevanti in Nigeria affinché agiscano per liberare Leah e gli altri sequestrati. Per quanto tempo un governo può essere così impotente e incapace?». Il reverendo Para-Mallam ha lanciato il suo appello sottolineando che non si tratta di casi isolati. «Ricordate che oltre a Leah alcune delle ragazze di Chibok sono ancora disperse. Tristemente, altre 27 alunne sono state sequestrate» due giorni fa «a Kagara, nello Stato del Niger, in Nigeria. Mi sembra che ci siano troppe aree non governate in Nigeria, la nostra sicurezza di conseguenza è compromessa», ha concluso il missionario.

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