Avvenire di Calabria

14 febbraio 1978 / 14 febbraio 2021 le parole di Saverio Sergi, Consigliere Nazionale ACLI

Il ricordo di don Mimmo Morabito: «Buona caccia Baloo»

Redazione Web

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Una torrida sera d’estate, dopo aver trascorso una delle tante magnifiche giornate assieme sulla cima di Montalto ed a Ferraina, lo accompagnammo a casa assieme all’allora Prof. Malvi, oggi carissimo Don Ernesto. Si affrettò a salutarci. “Buona notte, vi raccomando non fate tardi come al vostro solito”, ci disse…… “domani la giornata sarà molto più impegnativa”.

Eravamo indaffarati nella organizzazione di un campo mobile. Ci sembrò molto strano, quella sera, che non ci chiese di fermarci a cenare insieme. Non la bevemmo. Nascosti dietro ad un muretto limitrofo alla sua abitazione di Condera, cercavamo di capire il motivo di questo saluto troppo veloce. Trascorsero solo pochi minuti quand’ecco suonare al campanello del suo portone d’ingresso un amico con il quale, evidentemente, aveva un appuntamento riservato. Non potendo sopportare ciò, ed avendo tanta fame (per tutta la giornata non avevamo toccato cibo) armati di un’ancora legata ad una robusta corda che portavamo sempre in macchina, riuscimmo ad agganciare il balcone e, con fare prudente – eravamo abbastanza agili all’epoca - “abbordammo” la porta/finestra della cucina. Appena ci vide, con un sorriso sornione disse: “Trasiti. Non ndi pozzu cchiù”.
Ovviamente doveva incontrare quel nostro amico, per parlare con lui, incoraggiarlo, dargli suggerimenti, pregare insieme come faceva sempre, con tutti.

Incontrava chiunque avesse bisogno di una sua parola, di un gesto, di un sorriso. La sua disponibilità all’ascolto non aveva limiti quando chiunque, desiderava vederlo per scambiare qualche parola con lui.
Ci ripeteva spesso che non sempre ci è dato raccogliere i frutti del nostro servizio. “A volte sembra che non incidiamo sulla vita dei ragazzi che il Signore e le famiglie ci affidano, ma sicuramente qualcosa in loro rimarrà. È questa la certezza che deve spingerci avanti giorno dopo giorno”.
È stato anche un intrepido cantore, con una oratoria sobria e disadorna, ma efficace di un Vangelo di preghiera, di contemplazione, di pace, di condivisione, di solidarietà, di fratellanza, di un Vangelo vissuto nel’operare quotidiano, che proclama le beatitudini.

Non aveva perduto le connotazioni proprie dei contadini, nel passo largo e ben calcato in terra, lo sguardo buono e paziente, il riserbo schivo di chiacchiere inutili, la semplicità di vita che gli faceva sembrare un lusso usare prima la vespa e poi l’automobile. E si fa nostalgia il ricordo di lunghe trasferte, in macchina stipati, nella notte, su strade poco agevoli, per raggiungere borghi e paesini per portare una parola di speranza. Era tenace nelle sue convinzioni, ma non prevaricava mai sugli altri. Era di una pazienza infinita, che nasceva da una visione ottimistica, per l’avvenire.
Non ha mai avuto paura di fare scelte controcorrente, dettate esclusivamente dalla sua coscienza e dalla fedeltà al Vangelo. Questo gli è costato, a volte, qualche umiliazione, molte lacrime e forse anche un po’ di solitudine.

La sua esistenza è stata una testimonianza quotidiana di quanto sia importante il coraggio, la tenacia, la fede per realizzare la propria vita. Il motivo per ricordarlo…sempre…è anche il continuo bisogno di comprendere come dobbiamo continuare a vivere da cristiani e da scout nel mondo, perché, come ricordava spesso “nello scoutismo possiamo maggiormente ritrovare la possibilità di essere, nella semplicità, uomini del Vangelo” permettici ancora una volta di dirti: Buona Caccia Baloo.

Saverio Sergi - Consigliere Nazionale ACLI

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