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È proprio vero il detto: «in Calabria si campa d'aria», guardando all'ultimo report annuale di Legambiente "Mal'aria di città 2023: cambio di passo cercasi", sulla qualità dell'aria nelle città italiane.
"Mal'aria di città", è l’annuale analisi di Legambiente sullo stato dell’inquinamento atmosferico delle città italiane capoluogo di provincia. Si basa, in particolare, sui dati ufficiali delle centraline di monitoraggio installate dalle autorità competenti nei diversi comuni. Il report oltre a fornire un quadro quanto più possibile completo su quello che è stato l’inquinamento atmosferico dell’anno appena concluso, il 2022, si propone di evidenziare criticità, carenze, prospettive e soluzioni per uscire finalmente dalla cronica emergenza smog che affligge le città del nostro Paese.
Le città calabresi, proprio sulla base dei dati disponibili, a tutti gli effetti possono d'arsi delle arie. La qualità dell'aria, infatti, secondo lo studio di Legambiente non presenta criticità importanti. In alcuni casi, inoltre, si sono registrati dei miglioramenti rispetto al monitoraggio precedente.
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Cosa emerge, dunque, dal report dell'associazione del cigno verde? Nel 2022 i capoluoghi calabresi hanno rispettano i limiti di legge sia per le polveri sottili (PM10 e PM2.5) che per il biossido di Azoto (NO2).
Tuttavia alcuni valori (PM2.5 a Cosenza e PM10 e NO2 a Crotone) risultano superiori ai nuovi obiettivi europei al 2030 così come l'NO2 in tutte le città ed in particolare in diverse città che risultano superiori a quanto stabilito dall'OMS. Per la Calabria, in particolare, i parametri delle polveri sottili, molto pericolose per la salute umana, vedono tra le città virtuose Vibo, Reggio, Catanzaro e Crotone (4 μg/mc) che si trovano già sotto il limite di 10 μg/mc stabilito per il 2030.
Catanzaro e Crotone si trovano anche in linea con i limiti raccomandati dall'OMS (5 μg/mc). Per quanto riguarda, invece, l'NO2 (biossido di Azoto) emerge che tutte le città calabresi sono sopra i limiti OMS anche se tra le poche città italiane che si avvicinano, in positivo, al limite (concentrazione di NO2 minore o uguale a 10 μg/mc) ci sono Catanzaro (13 μg/mc), Reggio e Vibo (12 μg/mc), mentre Crotone risulta sopra i limiti.
«Occorre però sottolineare che si tratta di dati parziali perché aggiornati solo fino a giugno 2022 per indisponibilità degli ulteriori dati ufficiali non presenti sul sito Arpacal», precisa in una nota Legambiente.
«Il report - afferma Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria - ci consegna dati tendenzialmente positivi, grazie anche ad un complesso di fattori tra cui le caratteristiche naturali dei territori e la carenza storica di un tessuto industriale inquinante».
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«Tuttavia - per Parretta - costituisce un segnale allarmante, soprattutto a fronte dei dati sul biossido di azoto che dipende dal traffico veicolare, la circostanza che i dati ufficiali si fermino al giugno 2022 quando dovrebbe esserne garantita la fruibilità e rese trasparenti le notizie sull'effettivo funzionamento delle centraline di monitoraggio. Appare evidente come tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Regione, debbano attivarsi per risolvere la problematica».
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